Roma, 23 lug. (LaPresse) – “Chi si prenderà cura di mio figlio quando io non ci sarò più o non potrò più assisterlo?”. E’ una delle domande più assillanti che si fanno i genitori di un disabile. La questione, nota tra famiglie e addetti ai lavori come ‘dopo di noi’, è al centro di alcuni progetti di legge presentati recentemente alla Camera. Scopo: offrire alle famiglie sostegno in questa delicatissima fase e permettere loro anche di lasciare serenamente al figlio il necessario per la sua vita futura in un quadro normativo certo. I testi depositati a Montecitorio sono tre, ma con ogni probabilità saranno riuniti, spiega la deputata Pd Ileana Argentin, anima dell’iniziativa (e firmataria di due dei tre), in un unico disegno di legge.
“SVILUPPARE NUOVE RETI ASSISTENZIALI”. “L’obiettivo – spiega Argentin – è quello di garantire le condizioni affinché in un insieme di risorse pubbliche, familiari e solidaristiche si possano sviluppare nuove reti assistenziali, alloggiative e di tutela che vedano protagoniste, in particolare, le organizzazioni non lucrative di utilità sociale e le organizzazioni di volontariato e senza scopo di lucro che, insieme ai comuni, si pongono l’obiettivo di fare in modo che il disabile possa essere assistito rimanendo nella propria abitazione o possa essere progressivamente inserito in comunità-familiari o case-famiglia, creando percorsi che rasserenino la vecchiaia delle famiglie toccate dal fenomeno della disabilità”.
UN FONDO DA 300 MILIONI. I testi depositati sono molto simili e prevedono sostanzialmente tre cose: la creazione di un fondo – si parla di 280-300 milioni di euro – l’introduzione di facilitazioni fiscali per la copertura assicurativa delle strutture nascenti dedicate al ‘dopo di noi’ e la possibilità, per le famiglie, di creare fondi di sostegno “finalizzati al sostegno e a garantire la qualità della vita e l’inserimento sociale della persona affetta da disabilità grave”. L’idea è imporre a Comuni e Regioni di occuparsi del problema e mettere a loro disposizione le risorse per farlo. “Lo scopo di mettere trecento milioni su questa legge è proprio quello di evitare tagli al fondo sulla autosufficienza”, sottolinea.
FONDI PERSONALI CREATI DALLE FAMIGLIE. E allo stesso tempo, con la possibilità di creare fondi personali ad-hoc, consentire alle famiglie che ne hanno la possibilità di contribuire. Molti genitori, infatti, potrebbero fare la scelta di lasciare la casa al figlio o alla figlia permettendo anche che lì possa nascere una comunità in grado di ospitare anche altre persone disabili: un modo per creare una nuova famiglia. Ma manca un quadro normativo, e anche una cornice fiscale adeguata: “Se lascio la casa a mio figlio disabile grave è assurdo che ci debba pagare sopra l’Imu”, spiega Argentin. Anche perché rappresenta un risparmio per l’ente locale che non deve provvedere a trovare uno spazio per quella persona, né per quelle che saranno inserite in quella stessa casa.
“NON TUTTI I DISABILI SONO POVERI”. La possibilità per le famiglie di creare un fondo, inoltre, svecchia una concezione diffusa un po’ distorta, spiega ancora la deputata. “Il mercato della disabilità – dice – è complesso è difficile. La persona disabile viene considerata sempre da assistere, mai come consumatore. Se al bar c’è il gradino e non posso entrare, il commerciante non si rende conto che perde due clienti, perché io sarei entrata con un accompagnatore”. Argentin, che è affetta da amiotrofia spinale, è in sedia a rotelle e conosce bene il problema. “Abbiamo intorno – spiega – un mondo che non viene mai considerato economicamente. C’è questa idea bislacca che disabilità uguale povertà. Invece ci sono disabili ricchi e poveri”.
TRATTAMENTI FISCALI AGEVOLATI PER L’ASSICURAZIONE. I testi impegnano poi il ministero dell’Economia a stabilire trattamenti fiscali agevolati per la sottoscrizione di polizze previdenziali e assicurative.
COINVOLTA UNA FAMIGLIA SU SETTE. La disabilità grave in Italia riguarda 2 milioni 600mila persone, il 4,8% della popolazione: praticamente una persona su venti in Italia è disabile. Il problema coinvolge una famiglia su sette. E con l’invecchiamento demografico, anche l’età media della popolazione disabile è aumentata. Perciò il tema del ‘dopo di noi’ ha assunto un carattere ancora più urgente.
LEGGE ENTRO FINE ANNO. Se tutto va bene, annuncia Argentin, i tempi saranno abbastanza brevi: la legge potrebbe essere approvata entro fine anno: “Siamo tutti d’accordo a fare un testo unificato – spiega -. Appena si chiude la discussione, passiamo alle audizioni delle associazioni di settore e dei tecnici. Poi, da settembre, inizia il lavoro sul testo unico. Potremmo arrivare in aula prima del 3 dicembre, la giornata internazionale dell’handicap: per una volta di potrebbe celebrare con una cosa vera, non con le solite chiacchiere”.