Roma, 23 lug. (LaPresse) – “Da oggi al Giglio della Costa Concordia resterà solo il ricordo, un ricordo tragico di un incidente che non doveva avvenire per la perdita di 32 vite umane spezzate e per i danni all’ambiente marino e costiero e all’immagine dell’Isola del Giglio”. Così la presidente del Wwf Italia, Donatella Bianchi, che aggiunge “un ricordo che deve essere cancellato smantellando il cantiere, ripristinando lo stato dei luoghi, garantendo giustizia a tutte le persone lese e procedendo al risarcimento del danno ambientale”.
Bianchi si augura che nel percorso per far arrivare il relitto a Genova “sia garantito un dispositivo navale e aereo efficiente di risposta allo spill di sostanze inquinanti (sono 169.000 metri cubi di acque potenzialmente contaminate e 9.000 metri cubi di acque miste a olio, mentre sono 163 i mc di carburante ‘confinati nel motore’) sia durante la traversata di circa 200 miglia marine sia all’interno del Porto di Genova”. Il Wwf rivolge le sue raccomandazioni al commissario governativo Gabrielli, in coerenza con le prescrizioni date dal ministero dell’Ambiente in occasione della Conferenza dei Servizi del 25 giugno.
Viste le caratteristiche degli oli combustibili ancora contenuti nella nave, afferma l’associazione, “l’importante è che, oltre alle panne (barriere galleggianti) per contenerne l’eventuale fuoriuscita in mare aperto, ci siano natanti dotati di skimmer adeguati per raccogliere e rimuovere dalla superficie del mare gli idrocarburi. Considerato che siamo in pieno Santuario internazionale dei Cetacei, si deve anche dedicare attenzione a prevenire qualsiasi rischio di collisione si possa avere con balenottere comuni o capodogli”.
“In concreto – spiega il Wwf -, dopo l’inizio del viaggio del relitto è urgente un monitoraggio dello stato dei fondali interessati per programmarne il ripristino: è urgente e necessario rimuovere le piattaforme subacquee e i detriti rimasti sui fondali, il taglio dei pali piantati sui fondali e la rimozione di qualsiasi altra attrezzatura fissa e mobile del cantiere”. Particolarmente delicati saranno poi l’ingresso e l’attracco nel porto di Genova di un relitto (390 metri di lunghezza e 36 metri di larghezza) non dotato di motori che possano facilitare la manovra.
Infine, conclude il Wwf, “ci devono essere tutte le autorizzazioni necessarie allo stoccaggio dei materiali scaricati dalla nave e per la demolizione e il riciclaggio e alla gestione dei rifiuti e un piano per smaltirli” e “si deve completare l’istruttoria dell’Ispra, l’istituto di ricerca che dipende funzionalmente dal ministero dell’Ambiente, sulla quantificazione definitiva del danno ambientale che è stato quantificato, a una prima stima prudenziale dello stesso istituto, in almeno 13 milioni di euro”.