Cerignola (Foggia), 11 lug. (LaPresse) – Quando le donne, spesso giovanissime, si rivolgevano a lui per interrompere la gravidanza entro i tre mesi dal concepimento, la sua risposta era sempre la stessa: sì, a patto di ricevere in contanti 100 euro (oltre all’eventuale pagamento del ticket), altrimenti non avrebbe eseguito l’aborto sarebbe entro il novantesimo giorno, cioè il limite previsto dalla legge. Il medico, O.B., 56 anni, responsabile del servizio di interruzioni gravidanze dell’ospedale ‘Giuseppe Tatarella’ di Cerignola (Foggia) è ora stato arrestato dai carabinieri, insieme a G.B., 62 anni, direttore dell’unità di anestesia e rianimazione della stessa struttura, con cui divideva a metà i ‘compensi’ illeciti.
Le indagini sono iniziate alla fine del 2013 quando un uomo ha denunciato il medico perché avrebbe preteso 100 euro per interrompere la gravidanza della figlia entro il terzo mese. In caso di diniego il 56enne, che è l’unico in servizio presso l’unità di ostetricia e ginecologia a non essere obiettore di coscienza, avrebbe negato l’intervento.
Grazie a numerose intercettazioni i carabinieri hanno scoperto che la richiesta di denaro era avvenuta diverse volte e, inoltre, i due medici potevano contare su una fitta rete di colleghi che inviavano le loro pazienti a Cerignola. I due arrestati ora si trovano ai domiciliari.