Roma, 6 lug. (LaPresse) – Una statua della Madonna portata in processione e fatta inchinare davanti alla casa di un boss. E’ quanto accaduto, secondo quanto riportato dal giornale ‘Il quotidiano della Calabria’, a Oppido Mamertina, frazione Tresilico, in provincia di Reggio Calabria. La vicenda risale al 2 luglio scorso, in occasione della processione secolare della Madonna delle Grazie. La statua sarebbe stata fatta inchinare per circa 30 secondi davanti alla casa del boss Peppe Mazzagatti, 82 anni, condannato all’ergastolo per omicidio ed associazione a delinquere di stampo mafioso, che si trova agli arresti domiciliari per motivi di salute. Davanti a questa scena, il comandante della stazione dei carabinieri il maresciallo Andrea Marino e due militari che partecipavano all’evento avrebbero abbandonato il corteo senza però essere seguiti da nessun altro.

Sempre secondo quanto riportato da ‘Il quotidiano della Calabria’, sarebbe già pronto un fascicolo con i nomi di quanti partecipavano alla processione, le riprese e gli elementi identificativi dell’evento, che sarà presentato alla Dda reggina. A confermarlo il comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria, Lorenzo Falferi, che ha spiegato: “L’allontanamento del comandante della stazione dei carabinieri di Oppido Mamertina è stato un atto tecnico per consentire gli opportuni atti di polizia giudiziaria”.

“Il nostro maresciallo – ha detto ancora Falferi – si è allontanato per compiere tutti gli atti di identificazione di coloro che hanno disposto e di chi ha effettuato la sostanza della processione”. “E’ stata effettuata anche una videoripresa di quanto stava accadendo – ha aggiunto – in modo da avere una documentazione precisa. Gli esiti delle nostre attività confluiranno in una informativa che sarà inviata alla Procura di Palmi ed alla Dda di Reggio Calabria”.

Soltanto poche settimane fa Papa Francesco da Cassano sullo Jonio si era scagliato contro la criminalità organizzata. “Coloro che vivono di malaffare e di violenza sono adoratori del male. La ‘ndranghetà è adorazione del male e disprezzo del bene comune – aveva tuonato il Pontefice – Questo male va combattuto, va allontanato, bisogna dirgli di no. I mafiosi non sono in comunione con Dio, sono scomunicati”.

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