Yara, le accuse del pm: Seviziata e uccisa con crudeltà

Bergamo, 17 giu. (LaPresse) – Omicidio con l’aggravante delle sevizie e della crideltà. Lo contesta il pm di Bergamo, Letizia Ruggiero, nel provvedimento di fermo per Massimo Giuseppe Bossetti, l’operaio 44enne accusato di aver ucciso la 13enne Yara Gambirasio. Secondo la procura, inoltre, l’uomo avrebbe trafitto la ragazzina “con tre colpi al capo e con plurime coltellate in diverse regioni del corpo” provocando la sua morte dopo averla abbandonata agonizzante in un campo isolato.

Intanto gli investigatori sono certi della prova del Dna. “Abbiamo avuto la conferma al 100% che il Dna” di Massimo Giuseppe Bossetti “coincide con quello trovato sui leggins e sugli slip di Yara”, ha annunciato il colonnello Antonio Bandiera, comandante provinciale dei carabinieri di Bergamo, che ha coordinato le indagini che hanno portato al fermo del muratore 44enne. “Non abbiamo mai abbassato la guardia sul caso di Yara”, ha aggiunto.

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La svolta nel caso di Yara Gambirasio “è arrivata” venerdì scorso “quando abbiamo avuto la conferma del dna della madre di ‘Ignoto 1’. Da lì ci sono state attività d’indagine frenetiche 24 ore su 24”, ha spiegato. Decisivo, ha precisato Bandiera, è stato il controllo su strada “con l’etilometro” di domenica. Uno “stratagemma”, ha detto, per raccogliere il dna del sospettato. “Abbiamo la conferma al 100% – ha precisato – che si tratta dello stesso Dna trovato su corpo di Yara”.