Palermo, 15 giu. (LaPresse) – E’ arrivata al porto di Palermo la Nave Etna della Marina militare, con a bordo circa 700 migranti – recuperati negli ultimi tre giorni nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum – e 10 corpi senza vita. Si tratta delle vittime del naufragio avvenuto venerdì pomeriggio a circa 40 miglia a nord delle coste libiche. Ancora numerosi i dispersi. Il primo intervento di soccorso è stato effettuato dalla Nave Dattilo della capitaneria di porto che ha recuperato 39 naufraghi. Sul posto anche la fregata Scirocco e il pattugliatore Orione della marina militare per prestare soccorso.
L’elicottero della Scirocco è decollato sul luogo del naufragio per dare assistenza. Alle operazioni ha partecipato anche una nave mercantile M/V Norland che ha recuperato un naufrago. Nave Dattilo e Nave Diciotti hanno poi completato il trasbordo sulla nave rifornitrice Etna dei migranti del gommone affondato e di un altro gommone con 104 migranti, inclusi i 10 corpi senza vita del naufragio di ieri.
A bordo della Nave Etna c’erano 767 migranti, tra cui 46 donne e 68 minori. Tra loro anche i 39 sopravvissuti al naufragio avvenuto venerdì pomeriggio a nord delle coste libiche. Uno è stato ricoverato al Centro grandi ustionati di Palermo, gli altri – come riferisce il comandante della nave, Martino Baldari – sono “molto provati”, ma le loro condizioni di salute non sono gravi. La magistratura ha autorizzato lo sbarco delle dieci salme che ora, dice il capitano di vascello, “avranno una degna sepoltura”, anche grazie “al lavoro coordinato di gruppo” tra le autorità locali, le associazioni, i volontari e gli equipaggi impegnati nella missione Mare Nostrum. “La Nave Etna – racconta Baldari a LaPresse – ora ripartirà per le zone d’azione, per cercare di salvare altre vite umane”.
E’ iniziata, infatti, nel pomeriggio, l’operazione di pulizia della nave “progettata – racconta il suo comandante – per avere a bordo 2-300 persone” e, invece, interessata dal trasporto di migliaia di migrati per molti giorni. La nave, spiega Baldari, offre “supporto logistico” a tutti gli altri mezzi impegnati nelle operazioni di soccorso. Una volta sul luogo indicato dalle segnalazioni, Nave Etna fa salire a bordo i migranti, lasciando alle altre unità navali il compito di proseguire con il pattugliamento e fornire eventuali soccorsi.