Perugia,scoperta frode fiscale: 4 arresti,Iva non versata per 410 mln

Perugia, 13 giu. (LaPresse) – A conclusione di un’indagine durata circa due anni il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Perugia ha arrestato per frode fiscale un noto imprenditore varesino a capo di un gruppo fondato negli anni ’50 operante nel settore della lavorazione dei metalli. Insieme a lui sono finiti agli arresti domiciliari anche altre tre persone. A loro viene contestata la costituzione di una vera e propria associazione a delinquere finalizzata a commettere una serie di illeciti tributari attraverso la contabilizzazione di numerose operazioni commerciali fittizie tra società appartenenti al medesimo gruppo.

Il nucleo di polizia tributaria di Perugia, una volta individuati i sistemi di frode utilizzati, ha proceduto a effettuare specifiche verifiche fiscali nei confronti di tutte le società coinvolte, con sedi nelle province di Perugia, Varese, Como, Milano e Padova, contestando complessivamente, per gli anni 2004-2011, una base imponibile sottratta a tassazione di oltre 350 milioni di euro, un’Iva non versata per oltre 410 milioni di euro, nonché ritenute fiscali e previdenziali operate e non versate per oltre 9,7 milioni di euro.

Più in particolare, la Procura di Spoleto contesta l’omesso versamento di ritenute operate ai dipendenti per oltre 5 milioni di euro, l’utilizzo nelle dichiarazioni fiscali di fatture per operazioni inesistenti con evasione di imposte per oltre 52 milioni di euro, la presentazione di dichiarazioni Iva infedeli per l’alterazione dei relativi registri con imposta evasa di oltre 4,5 milioni di euro, l’illecita compensazione di imposte dovute con crediti fittizi per oltre 2 milioni di euro, l’emissione di fatture false infragruppo e l’occultamento dell’intero impianto contabile per gli anni precedenti al 2008.

Con specifico riferimento a una delle società coinvolte vengono inoltre contestate le false comunicazioni sociali per l’occultamento nel bilancio 2011 delle reali perdite societarie ammontanti già all’epoca a oltre 10 milioni di euro, nonché l’omesso versamento dal 2007 al 2011 delle ritenute previdenziali e assistenziali operate sui dipendenti per oltre 7,5 milioni di euro. Quantificato in oltre 63 milioni di euro il profitto dei reati, il pm Mara Pucci ha chiesto e ottenuto dal gip del Tribunale di Spoleto Daniela Caramico D’Auria il sequestro dei beni nella disponibilità di ciascun indagato fino a tale somma.

Al termine degli accertamenti, in concomitanza con gli arresti, sono stati sequestrati le quote di controllo della società capogruppo, con la quale l’imprenditore ha finora gestito le 19 società operative, le quote di controllo di altre società formalmente intestate al coniuge, due ville, di cui una di 36 vani e parco annesso, 5 appartamenti, terreni, una Ferrari F40, una Ferrari Testarossa e una Lamborghini Diablo, i saldi dei conti correnti personali e altre proprietà.