Città del Vaticano, 13 giu. (LaPresse/AP) – Papa Francesco ha spiegato che il 99% dei funzionari del Vaticano inizialmente si era opposto alla sua idea di organizzare una preghiera collettiva con il presidente israeliano e quello palestinese ma alla fine hanno cambiato opinione. Francesco ha ospitato Shimon Peres e Mahmoud Abbas sul prato dei giardini vaticani l’8 giugno per una serata di preghiere ebraiche, cristiane e musulmane, poche settimane dopo il crollo dell’ultimo round di colloqui di pace. L’incontro in Vaticano non è mai stato finalizzato a riavviare colloqui ufficiali, ma è stato un potente simbolo di convivenza e rispetto reciproco. In un’intervista pubblicata oggi con il quotidiano di Barcellona ‘La Vanguardia’ Francesco ha riconosciuto che l’idea fosse molto innovativa e ha ammesso che non è stato facile organizzare l’incontro. Ma Bergoglio ha detto anche che l’appuntamento, puramente religioso, ha avuto come unico obiettivo quello di “aprire una finestra sul mondo”.
In merito all’attualità politica, il Santo Padre si è detto preoccupato per i movimenti secessionisti in Scozia, Barcellona e nel nord Italia mentre ha spiegato che la secessione che si è verificata nella ex Jugoslavia era comprensibile dato che “ci sono posti con culture così diverse che non si possono tenere insieme, anche con la colla”. “Il caso jugoslavo è stato molto chiaro, ma mi chiedo se è così evidente in altri casi – ha detto -. È necessario studiare caso per caso”.