Roma, 10 giu. (LaPresse) – Quando c’erano problemi per andare avanti con i lavori del Mose, Giovanni Mazzacurati, presidente del Consorzio Venezia Nuova, si rivolgeva direttamente al governatore del Veneto Giancarlo Galan.
“Quando quindi avevate qualche problema vi rivolgevate abitualmente al Governatore?”, domanda il pm Paola Tonini durante l’interrogatorio.
“Sì. Io mi rivolgevo a lui. Mi rivolgevo a lui, a Chisso (Renato Chisso, assessore regionale alle infrastrutture, ndr), poi andavo… o andavo dal dottor Letta, l’elenco che le ho fatto mi pare l’altra volta”, risponde Mazzacurati.
Durante l’interrogatorio, quindi, Mazzacurati spiega, come si legge nell’ordinanza, che “lo scopo delle dazioni a Galan (e anche a Chisso) era quello di ottenere un suo intervento nel risolvere i problemi che man mano si presentavano per il Mose”.
“Lei ricorda – chiede il pm – se vi è stato qualche atto particolare a livello ministeriale o regionale per il quale, oltre a dare queste somme, poi il Governatore o in relazione al quale il Governatore si è speso, si è dato da fare?” “Sì, è avvenuto varie volte in modo, diciamo così saltuario, anche somme più o meno grandi. E’ avvenuto particolarmente una volta”. Generalmente – ha aggiunto Mazzacurati – intanto queste operazioni venivano fatte sempre su lavori di pietrame, era quando c’erano lavori di pietrame(…) Ci fu una volta un importo consistente fu messo in discussione perché queste opere per esempio erano contrastate dai Verdi (…). Galan era partito ed era nato un problema. Io chiamai Baita per vedere di far rientrare Galan che potesse intervenire su una di queste opere che era fondamentale per poter continuare, il fermo di una di queste opere poteva essere un effetto a catena sulla costruzione. Ecco, Galan era fuori, rientrò e la cosa ebbe un effetto chiamiamolo positivo , nel senso che lui intervenne e riuscì a fare approvare queste scogliere, insomma. E’ stato uno di quei momenti importanti in cui il lavoro si poteva bloccare e invece ha continuato”.