Milano, 21 mag. (LaPresse) – “Qualsiasi app o innovazione che eroghi un servizio pubblico non autorizzato compie un esercizio abusivo della professione: non è permesso e non si può fare, che si chiami Uber o in qualsiasi altro modo”. Lo ha detto il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi dopo aver incontrato i tassisti in Prefettura a Milano. “Non accetteremo nessun caso violazioni di una norma che è chiarissima – ha concluso – e non si presta a nessuna interpretazione”.
Il vertice in prefettura è terminato dopo circa due ore. Da cinque giorni i tassisti sono in protesta contro Uber. Oltre al prefetto Francesco Paolo Tronca, hanno preso parte al vertice il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, accompagnato dagli assessori alla Mobilità Pierfrancesco Maran e alla Sicurezza Marco Granelli, e il presidente della Lombardia Roberto Maroni. Fuori dalla prefettura si sono radunati circa 500 tassisti, arrivati a piedi in corteo dalla Stazione Centrale, che sono stati bloccati all’inizio di corso Monforte, chiuso al traffico, e bloccato come tutte le vie limitrofe alla Prefettura da camionette di polizia e carabinieri. “Uber spaccia nella Milano corrotta” recitava lo striscione appoggiato sull’unico taxi parcheggiato nei pressi della prefettura.