Dell’Utri, Cassazione conferma condanna a 7 anni. Difesa: Delusi, ricorreremo a Strasburgo

Roma, 9 mag. (LaPresse) – La prima sezione penale della corte di Cassazione ha confermato la condanna a sette anni a Marcello Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa. Dopo quattro ore di camera di consiglio il presidente Maria Cristina Siotto ha quindi accolto la richiesta del pg Aurelio Galasso. A questo punto la domanda di estradizione per l’ex senatore del Pdl, già inviata dall’Italia e legata alla misura cautelare, con una procedura tecnica, dovrebbe tramutarsi in un’istanza per esecuzione della pena. Ora dell’Utri si trova piantonato in Libano.

LA DIFESA: DELUSI, RICORREREMO A STRASBURGO – “Siamo profondamente delusi per una sentenza che non ha lasciato spazio alla difesa. Ricorreremo alla Corte europea” di Strasburgo “per verificare se il procedimento è andato dentro certi binari, se sono state osservate le regole processuali”. Così l’avvocato di Marcello Dell’Utri, Giuseppe Di Pieri, dopo la sentenza della Corte di Cassazione.

“Dell’Utri è un uomo provato da venti anni di processi, può aver perso la testa e anche commesso stupidaggini”. Aveva iniziato così la sua arringa difensiva, Massimo Krogh, avvocato di Marcello Dell’Utri, davanti ai giudici della prima sezione penale della Cassazione, riferendosi al soggiorno dell’ex senatore in Libano. Il legale ha detto di non condividere certe iniziative personali, riferendosi alla fuga di Dell’Utri in Libano, “ma – ha detto Krogh – lo posso giustificare essendo provato da anni di inchieste”. Poi entrando nel merito della sentenza dell’appello che ha condannato l’ex senatore a sette anni di carcere, l’ha definita “senza prova e motivazione”. “Dell’Utri è un personaggio sul quale ogni giudizio è lecito, ma una cosa è certa: ogni condanna è ingiusta”.

PG CASSAZIONE: RAPPORTI ININTERROTTI CON COSA NOSTRA – Marcello Dell’Utri dal 1974 al 1992 ha avuto rapporti ininterrotti con Cosa Nostra. Lo ha detto il pg della Cassazione, Aurelio Galasso, davanti ai giudici della prima sezione penale. Dell’Utri, secondo il pg, era intermediario e tranquillizzava Berlusconi sui rapporto con la Cosa Nostra palermitana.