Emergenza maltempo al centro-nord, Roma nel caos. Arno in piena

Roma, 31 gen. (LaPresse) – Torna l’incubo del maltempo su tutta la penisola. Un nubifragio si è abbattuto nelle ultime 24 ore su Roma, mentre è di nuovo allerta nel modenese per la piena dei fiumi, con diversi ponti chiusi. Nel pisano, invece, frane e smottamenti hanno portato alla chiusura di diversi tratti stradali.

ROMA IN TILT. Dodici ore di pioggia battente e la capitale è stata messa in ginocchio, nonostante un’unità di crisi attivata dal Campidoglio che trasmette comunicati rassicuranti sui servizi pubblici (il 93% sarebbe in servizio) e gli inviti della Protezione Civile ai cittadini di ‘limitare gli spostamenti’. Sulla zona ovest di Roma si sono registrate le situazioni più difficili dal punto di vista della circolazione sia per le auto, sia per i pedoni, per non parlare degli autobus, naturalmente. E’ andato in tilt l’intero quadrante tra i quartieri Casalotti, Boccea, Casal del Marmo e Montespaccato: gli abitanti hanno subissato di chiamate i vigili del fuoco, che stanno lavorando in maniera incessante per aiutare la cittadinanza a fare fronte ai disagi. creati dagli allagamenti. Tante le auto sommerse dall’acqua, che, secondo quanto mostrano numerosi scatti postati dagli utenti del web, ha persino raggiunto i tetti dei veicoli. In rete è possibile consultare un vero e proprio repertorio di immagini sbalorditive che denunciano l’emergenza che sta vivendo la città in queste ore. In totale in serata la protezione civile ha riferito di aver effettuato circa 200 interventi ‘tra disostruzioni tombini e caditoie, potature straordinarie, rimozione alberi, smottamenti e allagamenti diffusi; più di 2mila le chiamate alla Sala Operativa h24 della protezione civile per richieste di intervento, informazioni e segnalazioni; 700 gli operatori in campo tra personale e volontari della protezione civile, tecnici del Servizio Giardini del Dipartimento Tutela Ambientale, del Dipartimento Lavori Pubblici (SIMU) e del personale della polizia locale di Roma Capitale’.

Tra le zone più colpite dagli allagamenti, informa la protezione civile, ci sono Infernetto, Ostia, Idroscalo, Acilia, Piana del Sole, Ponte Galeria, Ottavia, Giustiniana e Prima Porta. Nel corso della giornata si sono inoltre registrati allagamenti stradali in via Cristoforo Colombo, via della Pisana, Malagrotta e in via della Magliana. Alcuni degli interventi sono ancora in corso e proseguiranno fino a cessate esigenze. In particolare le squadre operative hanno prestato assistenza a circa settanta famiglie residenti nella zona di Piana del Sole e Prima Porta che, nel tardo pomeriggio, in via precauzionale, sono stati allontanati dalle proprie abitazioni e alloggiati presso strutture scolastiche.

In serata sono state trentacinque le persone, tra cui 10 bambini, evacuate da via Geminiano Montanari e vie limitrofe, in località Le Vignole, e condotte nel punto di raccolta del centro Catalani di Fiumicino. Il Coc, Centro Operativo Comunale, ha predisposto il loro trasferimento in una struttura alberghiera del territorio. Le famiglie che hanno dovuto abbandonare la loro casa saranno rifornite di pasti caldi e di un luogo dove trascorrere la notte in un luogo sicuro.

TRENO ESCE DA BINARI SU ROMA-VITERBO – Un treno è uscito dal binario sulla linea Roma-Viterbo fra le stazioni di Vetralla e San Martino per uno smottamento provocato dalle abbondanti piogge. I convogli non si sono rovesciati ma sono semplicemente usciti dal binario. Nessuno ferito – fanno sapere le Ferrovie – si registra fra i passeggeri e il personale. I tecnici sono intervenuti per ripristinare l’infrastruttura ferroviaria. Dalla 14 sul tratto è stato sospeso il traffico. Sono stati attivati servizi sostitutivi con autobus fra Capranica e Viterbo.

SVINCOLI CHIUSI SUL RACCORDO ANULARE. Sul Gra è stato chiuso in giornata lo svincolo 30 allacciamento autostradale per l’aeroporto di Fiumicino (km 60,600), in carreggiata interna. Inoltre, a causa di un piccolo smottamento è stato chiuso lo svincolo 2a Casal Del Marmo in direzione interna, al km 4,800 per chi usciva dal Gra. L’Anas in serata ha comunicato che a causa del maltempo sul Grande Raccordo Anulare di Roma, per uno smottamento, è stata anche chiusa la rampa di immissione in carreggiata interna dello svincolo Cassia, al chilometro 12,200. Disagi sulla linea A della metropolitana di Roma: per le conseguenze del maltempo, sono state chiuse le stazioni di Lepanto, Ottaviano e Flaminio.

PISANO. Il maltempo ha colpito anche la provincia di Pisa, innalzando i livelli dell’Arno, per il quale è scattata l’allerta piena. 1200 persone nel pomeriggio sono state evacuate da alcuni edifici di Roffia, in provincia di Pisa, lungo il corso dell’Arno. Si è trattata di una misura preventiva determinata dall’erosione dei piedi dell’argine da parte del fiume. Al lavoro personale del Comune, volontari, Protezione civile regionale Lo ha comunicato la Sala Operativa Unificata Permanente della Protezione civile regionale.

MODENESE. Nel modenese hanno preoccupato di nuovo i livelli del fiume Secchia. Sono stati chiusi Sul Panaro i ponti su via Curtatona a Modena e Navicello vecchio a Nonantola. È stato chiuso anche Ponte Alto a Modena per precauzione rispetto ai livelli del fiume Secchia in seguito alle piogge delle ultime ore. Chiuso a Modena anche il ponte di via Curtatona e, a Nonantola, quello di Navicello vecchio sul Panaro.

CDM DICHIARA STATO EMERGENZA NEL MODENESE E IN LIGURIA – Il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo stato di emergenza in conseguenza degli eccezionali eventi alluvionali verificatisi nei giorni dal 17 al 19 gennaio 2014 nel territorio della provincia di Modena e lo stato di emergenza in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici verificatisi nei giorni dal 25 al 26 dicembre 2013, dal 4 al 5 e dal 16 al 20 gennaio 2014 nel territorio della regione Liguria.

LE POLEMICHE. Mentre ancora l’ondata di maltempo faceva sentire i suoi effetti, sono scoppiate le solite polemiche. ‘Le forti piogge che si stanno abbattendo in queste ore nel centro e nord Italia creando forti disagi ai cittadini, in particolare a Pisa, Firenze e Roma, rendono ancora una volta evidente che non è più tollerabile il forte ritardo delle politiche di manutenzione del territorio e di prevenzione del dissesto idrogeologico’, ha affermato Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, torna sul tema del dissesto e della difesa del territorio commentando l’ondata di maltempo che si è abbattuta sul Paese. ‘Proprio per mettere in sicurezza il territorio nazionale – ha aggiunto – la Commissione Ambiente della Camera aveva chiesto con una risoluzione approvata all’unanimità di cui sono primo firmatario di stanziare almeno 500 milioni annui per la difesa del suolo, ben più dei soli 30 milioni previsti allo scopo nella Legge di Stabilità per il 2014. La risoluzione chiedeva, inoltre, un allentamento del Patto di Stabilità interno per consentire agli Enti Locali che hanno risorse di investirle in interventi di prevenzione e manutenzione del territorio e di contrasto al dissesto idrogeologico. Un piano nazionale di prevenzione del rischio idrogeologico, manutenzione e messa in sicurezza del territorio e una revisione del Patto di Stabilità avrebbero l’effetto di garantire maggiore sicurezza ai cittadini e di attivare migliaia di cantieri, con ricadute molto positive anche sul lavoro e sulla riduzione della disoccupazione, specie tra i giovani’.

‘In molte aree di Roma, soprattutto il X Municipio, i danni registrati sembrano superiori all’alluvione del 2002. La situazione è di massima criticità ed è urgente che tutti in queste ore, piuttosto che accusare o minacciare fantomatici esposti, facciano la propria parte, così come sta facendo il X Municipio, mettendo a disposizione dei cittadini colpiti dal nubifragio informazioni e ricoveri in strutture pubbliche’. Così, in una nota, Francesco D’Ausilio, capogruppo Pd in Campidoglio. ‘Una volta superata l’emergenza e adottati i provvedimenti contingenti del caso – aggiunge – occorrerà anche mettere a punto più specifici interventi strutturali che consentano di far fronte a un quadro di cambiamenti climatici che è plausibile ritenere possano essere in futuro sempre meno eccezionali’.