Meredith, Amanda condannata a 28 anni e 6 mesi. Per Raffaele 25 anni e divieto di espatrio

Firenze, 30 gen. (LaPresse) – Amanda Knox è stata condannata a 28 anni e sei mesi e Raffaele Sollecito a 25 anni per l’omicidio di Meredith Kercher. E’ stata questa la sentenza della corte d’appello di Firenze. La Corte di Firenze ha inoltre stabilito il divieto di espatrio e il ritiro del passaporto per Raffaele Sollecito, respingendo invece la richiesta di misure cautelari per Amanda Knox dal momento che la giovane si trova negli Stati Uniti e non sussiste dunque il pericolo di fuga.

Nè Amanda nè Raffaele andranno in carcere, in attesa di un nuovo ricorso in Cassazione. Per la Knox inoltre non è stata decisa nessuna misura cautelare, ma per lei è stata inasprita la condanna rispetto al primo grado con due anni e mezzo in più di carcere. Oggi i giudici di Firenze hanno elevato la pena al carcere di due anni e sei mesi, perchè hanno ritenuto aggravato il reato di calunnia commesso dalla Knox nei confronti di Patrik Lumumba. Raffaele Sollecito invece non doveva rispondere di calunnia e la pena decisa dai giudici di primo grado, cioè 25 anni di carcere, è stata confermata.

LE REAZIONI DEI LEGALI

AVVOCATO SOLLECITO: NON E’ VERDETTO FINALE. Parlando con i giornalisti subito dopo la lettura della sentenza l’avvocato di Sollecito, Giulia Bongiorno, ha affermato: “Non credo assolutamente che questa sentenza reggerà fino alla fine, è un passaggio. Questo non è un verdetto finale”. “Raffaele non voleva fuggire stamattina era qui e ora era assente perché la camera di consiglio è stata molto lunga”, ha spiegato ancora il legale. I giudici sono rimasti in camera di consiglio oltre 11 ore.

Amanda Knox e Raffaele Sollecito “sono stati da sempre indicati come assassini” ma “io non parlo e non parlerò mai di accanimento quando c’è una sentenza perché rispetto la giustizia e le sentenze”, ha proseguito Bongiorno, aggiungendo che “anche gli errori giudiziari fanno la storia della giustizia, ma questi errori li correggeremo”. Giulia Bongiorno ha detto di non avere ancora sentito Sollecito, riferendo però che “lui era preparato a tutti gli esiti” e che “è soltanto in una situazione di grande sbigottimento”.

AVVOCATO KNOX – “Sono molto dispiaciuto di questa decisione. Ho sempre creduto nella totale autonomia dei giudici di Firenze e dal punto di vista processuale non ho nulla da dire. Ma abbiamo ancora della strada da percorrere”. Sono queste le parole dell’avvocato Luciano ghirga, difensore di Amanda Knox, pochi minuti dopo la condanna a 28 anni e mezzo di carcere per la sua assistita. “La lunga discussione – ha detto ancora il legale – dimostra che ci sono stati temi controversi. La strada del ricorso dopo il rinvio è molto difficile da determinare ma siamo pronti a una nuova battaglia”.

AVVOCATO FAMIGLIA KERCHER – “La sentenza di oggi conferma quella di primo grado e la ricostruzione di tutte le fasi del processo. Per quanto riguarda le misure cautelari invece, c’è tempo per analizzarle”. Lo ha detto ai microfoni di RaiNews24 Francesco Maresca, legale dei familiari di Meredith Kercher. L’avvocato ha espresso “soddisfazione” perché, ha spiegato “penso che la giustizia italiana abbia dimostrato ancora una volta che applicando il diritto si possa raggiungere la verità sui fatti storici”.

LA STAMPA INTERNAZIONALE – A pochi minuti dalla lettura della sentenza della Corte d’appello di Firenze nel caso dell’omicidio di Meredith Kercher, la notizia della conferma della condanna di Amanda Knox e Raffaele Sollecito è rimbalzata sulle home page dei siti dei giornali di tutto il mondo, guadagnando spesso l’apertura. È questo il caso della Bbc, che apre il sito con una foto di Raffaele e Amanda e titola: ‘Amanda Knox colpevole dell’omicidio Kercher’. Negli Stati Uniti la notizia apre Abc News e Cnn, il cui titolo stringato recita solo ‘Colpevoli di nuovo’, sopra una foto di Amanda e Raffaele. La nuova condanna è la seconda notizia in ordine di importanza sul Wall Street Journal e si trova anche sulla home page del New York Times, che titola ‘Amanda Knox di nuovo condannata per omicidio in Italia’. Notizia in alto anche sul Boston Globe. Nel Regno Unito il caso Meredith si trova in apertura dell’Indipendent e del Guardian, il cui titolo recita: ‘Knox e Sollecito perdono il ricordo in appello per l’omicidio Kercher’. Lo stesso Guardian riporta anche una video-intervista esclusiva ad Amanda Knox, rilasciata al giornalista Simon Hattenstone nei giorni scorsi. Apertura anche sul quotidiano francese Le Monde e sul tedesco Frankfurter Allgemeine.

LE TAPPE DELLA VICENDA – Era il 2 novembre 2007 quando il corpo senza vita della studentessa britannica Meredith Kercher è ritrovato nell’appartamento di Perugia che la ragazza condivideva con altre studentesse. Secondo gli investigatori, Meredith è stata uccisa la notte prima.

6 novembre 2007. La studentessa statunitense Amanda Knox, coinquilina delle vittima, è arrestata assieme al fidanzato Raffaele Sollecito e a Diya ‘Patrick’ Lumumba, padrone di un bar della città, di nazionalità congolese, dove Amanda lavorava saltuariamente.

20 novembre 2007. Lumumba, accusato da Amanda di essere l’assassino, è rilasciato dal carcere per mancanza di prove.

6 dicembre 2007. L’ivoriano Rudy Hermann Guedè è estradato dalla Germania, dove è stato arrestato, e condotto in carcere non appena rientrato in Italia.

14 dicembre 2007. Meredith Kercher viene seppellita dopo i funerali che si sono svolti a Londra.

28 ottobre 2008. Amanda Knox e Raffaele Sollecito vengono imputati per omicidio e violenza sessuale. Guedè, che ha scelto il rito abbreviato, è accusato in primo grado di omicidio e violenza sessuale e condannato a 30 anni di carcere.

16 gennaio 2009. Si apre a Perugia il processo di primo grado contro Knox e Sollecito.

4 dicembre 2009. La corte riconosce Amanda e Raffaele colpevoli di omicidio e violenza sessuale, condannandoli rispettivamente a 26 e 25 anni di carcere.

22 dicembre 2009. La corte di appello conferma la condanna di Guedè e diminuisce la pena a 16 anni.

24 novembre 2010. Inizia il processo di appello di Perugia contro Knox e Sollecito.

16 dicembre 2010. La Corte di cassazione conferma la condanna di 16 anni di detenzione per Guedè.

29 giugno 2011. Un’indagine forense indipendente ordinata dalla corte d’appello trova che molte delle prove del dna che inchiodano Amanda e Raffaele sono inaffidabili.

3 ottobre 2011. La corte d’appello di Perugia assolve i due ragazzi per “mancanza di prove di colpevolezza”.

26 marzo 2013. I giudici della prima sezione penale della Cassazione hanno annullato la sentenza di assoluzione per Amanda Knox e Raffaele Sollecito.

30 settembre 2013. Inizia il nuovo processo di appello presso la Corte d’assise d’appello di Firenze.