Caselle, confessa il triplice omicidio: è il convivente dell’ex domestica

Torino, 8 gen. (LaPresse) – Svolta nelle indagini sul triplice omicidio consumato a Caselle Torinese il 3 gennaio scorso. E’ stato Giorgio Palmieri, 56 anni, pregiudicato, di Torino. Messo alle strette, ha confessato nella notte. E’ il convivente di una signora che faceva le pulizie nella villetta di Caselle fino ad alcuni mesi fa, Dorotea De Pippo, con la quale ha una figlia di 18 anni. La donna era stata licenziata. Pare che avesse avuto alcuni dissidi con gli anziani, e che fosse sospettata di aver rubato una collanina. La circostanza però non sarebbe legata alla strage. Al centro di tutto ci sarebbe il bisogno di soldi della coppia.

LA STRAGE DOPO IL CAFFE’. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Palmieri era arrivato per ottenere dei soldi, presentandosi con la scusa di voler restituire un precedente prestito. Gli hanno offerto un caffè. Si è recato in bagno, poi è uscito e ha scatenato la furia. Prima ha ucciso i due coniugi, poi la donna più anziana perché l’aveva riconosciuto.

LA RICOSTRUZIONE. Erano circa le 19.15 quando si è fatto aprire la porta della villa dalla signora Mariangela Greggio, che prima di aprirgli ha legato i cani nel sottoscala. L’uomo aveva ricevuto un prestito di 500 euro dalla famiglia tempo prima e non lo aveva mai restituito. Quando ha suonato il campanello, ha detto alla signora di essere venuto per spiegare come mai non aveva restituito i soldi. Poi è salito al primo piano in cucina e ha bevuto un caffè con lei e con suo marito, Claudio Allione. Dopo si è allontanato con la scusa di andare in bagno. La sua intenzione era però quella di accaparrarsi una somma di denaro. Quando è uscito dal bagno – dove forse ha trovato il guanto di lattice trovato ieri – Allione gli ha domandato “Ma quanto tempo ci hai messo in bagno?”. Allora è scattata l’ira di Palmieri, che ha colpito prima l’uomo, poi la donna, con un tagliacarte che – così sostiene lui – aveva trovato nell’ingresso stesso della villetta. Infine è sceso al piano di sotto, ed è stato riconosciuto dalla signora più anziana, Emilia Campo Dall’Orto.

ANZIANA COPERTA COL LENZUOLO PER RISPETTO. L’ha uccisa, e poi l’ha coperta in segno di rispetto. “Abbiamo appurato che effettivamente è avvenuto – ha spiegato Domenico Mascoli, comandante del nucleo investigativo dei carabinieri di Torino – perché quest’ultimo omicidio scaturisce solo perchè la signora riconosce il soggetto e lui non può fare a meno di eliminarla. Ha fatto quasi un gesto di tenerezza: le pone la coperta perchè dispiaciuto. La confessione conferma questo elemento”.

LA CONVIVENTE NON SAPEVA NULLA. Dopo aver ucciso le tre persone ed essere uscito dalla villetta, Giorgio Palmieri, secondo quanto ha lui stesso riferito ai carabinieri, non sarebbe tornato a dormire a Caselle, a casa della convivente Dorotea De Pippo, la ex domestica della coppia uccisa. Dal primo gennaio infatti, ha raccontato, non viveva più là a causa di una lite con la donna. Quella sera, perciò, si sarebbe fatto ospitare da un amico, dopo essersi sbarazzato dei vestiti. L’uomo non ha ancora indicato il punto preciso nel quale ha abbandonato i vestiti. Anche nei giorni successivi l’uomo non sarebbe tornato – sempre secondo quanto da lui riferito – dalla convivente e avrebbe trovato rifugio da un altro amico, a Torino. Quest’ultimo, però, risulta essere all’oscuro di tutto.

IL PIANTO DAVANTI AI CARABINIERI. Ha pianto alla fine della sua confessione davanti ai carabinieri Palmieri. Dopo aver perso il lavoro qualche anno fa – era impiegato in una ditta di autotrasporti – nell’ultimo periodo viveva facendo lavori saltuari. In particolare collaborava per una ditta di impianti di pompe di calore. Aveva anche lavorato nella villetta facendo qualche piccola manutenzione. Non riusciva però a guadagnare a sufficienza per vivere. La compagna Dorotea, ex domestica, era stata licenziata dai coniugi Allione cinque mesi fa. Palmieri e Dorotea hanno una figlia, Giorgia, di 18 anni.

INCASTRATO DAL TELEFONINO. L’analisi dei tabulati telefonici e le intercettazioni sono stati fondamentali nella soluzione dell’indagine del delitto di Caselle. Palmieri infatti, che dal primo gennaio viveva a Torino, e non a Caselle, secondo l’analisi dei tabulati del cellulare venerdì sera, ma anche in altri momenti, si trovava nei pressi della villetta. Questo dettaglio ha portato gli inquirenti a capire che qualcosa non andava.

IL FIGLIO: “SONO SEMPRE STATO INNOCENTE”. “Sono innocente, lo sono sempre stato”. Queste le parole ripetute più volte da Maurizio Allione, al suo avvocato Stefano Castrale, negli ultimi giorni. “Maurizio – spiega il legale – non pensava che potesse essere stato l’uomo fermato oggi a compiere questo delitto, ma ha collaborato con gli inquirenti al cento per cento, nel senso che ha fornito loro tutte le informazioni necessarie, nel modo più dettagliato possibile, sulla famiglia e sulle persone che vi gravitavano intorno, contribuendo ad arrivare alla verità”.