Papa Francesco a sua prima messa Natale: Noi pellegrini fra tenebre e luce, Gesù senso della storia

Citta del Vaticano (Vaticano), 24 dic. (LaPresse) – Per Papa Francesco stasera la prima messa di Natale a San Pietro come Pontefice. La solenne celebrazione è iniziata poco prima delle 21,30. “Questa profezia di Isaia non finisce mai di commuoverci, specialmente quando la ascoltiamo nella Liturgia della Notte di Natale. E non è solo un fatto emotivo, sentimentale; ci commuove perché dice la realtà profonda di ciò che siamo: siamo popolo in cammino, e intorno a noi – e anche dentro di noi – ci sono tenebre e luce”, ha detto Bergoglio, presiedendo la messa solenne stasera, nella basilica vaticana.

“E in questa notte- aggiunge il Papa – mentre lo spirito delle tenebre avvolge il mondo, si rinnova l’avvenimento che sempre ci stupisce e ci sorprende: il popolo in cammino vede una grande luce. Una luce che ci fa riflettere su questo mistero: mistero del camminare e del vedere”.

“Camminare. Questo verbo ci fa pensare al corso della storia, a quel lungo cammino che è la storia della salvezza, a cominciare da Abramo, nostro padre nella fede, che il Signore chiamò un giorno a partire, ad uscire dal suo paese per andare verso la terra che Lui gli avrebbe indicato. Da allora, la nostra identità di credenti è quella di gente pellegrina verso la terra promessa”, ha detto Papa Francesco nella sua omelia.

“Questa storia- ha aggiunto il Pontefice – è sempre accompagnata dal Signore! Egli è sempre fedele al suo patto e alle sue promesse.Dio è luce, e in lui non c’è tenebra alcuna. Da parte del popolo, invece, si alternano momenti di luce e di tenebra, fedeltà e infedeltà, obbedienza e ribellione; momenti di popolo pellegrino che non vuol essere popolo errante”. “Gesù – ha spiegato il Santo Padre – è l’Amore fattosi carne. Non è soltanto un maestro di sapienza, non è un ideale a cui tendiamo e dal quale sappiamo di essere inesorabilmente lontani, è il senso della vita e della storia che ha posto la sua tenda in mezzo a noi”.

Nella omelia del Papa un riferimento agli ultimi. “I pastori – ha proseguito Papa Francesco – sono stati i primi a vedere questa “tenda”, a ricevere l’annuncio della nascita di Gesù. Sono stati i primi perché erano tra gli ultimi, gli emarginati”.

“E sono stati i primi – ha aggiunto Papa Francesco – perché vegliavano nella notte, facendo la guardia al loro gregge. Loro facevano la vegliaCon loro ci fermiamo davanti al Bambino, ci fermiamo in silenzio. Con loro ringraziamo il Signore di averci donato Gesù, e con loro lasciamo salire dal profondo del cuore la lode della sua fedeltà: Ti benediciamo, Signore Dio Altissimo, che ti sei abbassato per noi. Tu sei immenso, e ti sei fatto piccolo ;sei ricco, e ti sei fatto povero; sei l’onnipotente, e ti sei fatto debole”.

“La grazia che è apparsa nel mondo è Gesù, nato dalla Vergine Maria, vero uomo e vero Dio. Egli è venuto nella nostra storia, ha condiviso il nostro cammino. È venuto per liberarci dalle tenebre e donarci la luce. In Lui è apparsa la grazia, la misericordia, la tenerezza del Padre”, ha spiegato il Papa. Il pontefice ha citato l’apostolo Giovanni: “In questa notte, come un fascio di luce chiarissima, risuona l’annuncio dell’Apostolo, ha detto Papa Bergoglio, citandone le parole ‘È apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini'”.

Bergoglio ha concluso la sua omelia con queste parole:”In questa Notte- ha detto il Santo Padre – condividiamo la gioia del Vangelo: Dio ci ama, ci ama tanto che ha donato il suo Figlio come nostro fratello, come luce nelle nostre tenebre. Il Signore ci ripete: “Non temete” . E anch’io vi ripeto: Non temete! Il nostro Padre è paziente, ci ama, ci dona Gesù per guidarci nel cammino verso la terra promessa. Egli è la luce che rischiara le tenebre. Il Nostro Padre perdona sempre. Egli è la nostra pace. Amen”.

Domani, alle 12, il Papa sarà affiancato dal cardinale Jean Louis Tauran, presidente del pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, e dal cardinale Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato dello Stato Vaticano, per rivolgere dalla Loggia centrale di San Pietro il consueto messaggio natalizio ai fedeli presenti in piazza San Pietro, impartendo al termine la benedizione apostolica ‘Urbi et Orbi