‘Per il mercato, solidarietà è quasi una parolaccia’: la dottrina sociale di papa Francesco

Verona, 21 nov. (LaPresse) – “Ecco perché la solidarietà è una parola chiave della Dottrina Sociale. Ma noi, in questo tempo, abbiamo il rischio di toglierla dal dizionario, perché è una parola incomoda, ma anche – permettetemi – è quasi una ‘parolaccia’. Per l’economia e il mercato, solidarietà è quasi una parolaccia”. Lo ha detto papa Francesco nel videomessaggio trasmesso al terzo Festival della dottrina sociale della Chiesa che si tiene a Verona fino al 24 novembre dal titolo ‘Meno disuguaglianze, più differenze’.

LAVORO – “Pensiamo alla percentuale dei giovani che in questo momento sono senza lavoro: in alcuni Paesi si parla del 40 o più per cento di giovani senza lavoro. Questa è un’ipoteca – ha detto il Papa – è un’ipoteca per un futuro. E se questo non si risolve presto, è la sicurezza di un futuro troppo debole o un non-futuro”. E ha aggiunto: “Il lavoro è troppo importante. Lavoro e dignità della persona camminano di pari passo”.

COOPERAZIONE – “Io ricordo, ero ragazzo – ha raccontato papa Francesco – avevo 18 anni: anno 1954, e ho sentito mio padre fare una conferenza sul cooperativismo cristiano e da quel tempo io mi sono entusiasmato con questo, ho visto che quella era la strada. E’ proprio la strada per una uguaglianza, ma non omogeneità, una uguaglianza nelle differenze. Anche economicamente è lenta”. “La solidarietà va applicata anche per garantire il lavoro; la cooperazione rappresenta un elemento importante per assicurare la pluralità di presenze tra i datori del mercato. Oggi – ha detto Bergoglio – essa è oggetto di qualche incomprensione anche a livello europeo, ma ritengo che non considerare attuale questa forma di presenza nel mondo produttivo costituisca un impoverimento che lascia spazio alle omologazioni e non promuove le differenze e l’identità”.

GIOVANI E VECCHI COME SCARTI SOCIALI – “Oggi, i giovani e i vecchi vengono considerati scarti – ha denunciato Francesco – perché non rispondono alle logiche produttive in una visione funzionalista della società, non rispondono ad alcun criterio utile di investimento. Si dice sono ‘passivi’. Non dobbiamo dimenticare, però, che i giovani ed i vecchi portano ciascuno una loro grande ricchezza: ambedue sono il futuro di un popolo. I giovani sono la forza per andare avanti; i vecchi sono la memoria del popolo, la saggezza”. E ha concluso: “Un popolo che non ha cura dei giovani, dei vecchi non ha futuro”.

OMOLOGAZIONE E DIFFERENZA – “Mi piace immaginare l’umanità come un poliedro, nel quale le forme molteplici, esprimendosi, costituiscono gli elementi che compongono, nella pluralità, l’unica famiglia umana. E questa sì – ha dichiarato il papa – è una vera globalizzazione. L’altra globalizzazione, quella della sfera, è una omologazione”.