Roma, 31 ott. (LaPresse) – Derubati a bordo della nave Chimera della marina militare. Secondo quanto scrive ‘Repubblica’ questa mattina, circa trenta siriani, portati in salvo la notte tra il 25 e il 26 ottobre mentre si trovavano alla deriva a largo di Lampedusa, avrebbero presentato denuncia perché una svolta sbarcati a Porto Empedocle non avrebbero ripreso possesso dei loro averi, consegnati una volta a bordo della nave al personale militare. Oggetti personali e denaro, per un totale di circa 100mila euro, di cui pare non ci sia più traccia. Come riporta il quotidiano, una volta a terra ad alcuni profughi sarebbe stato riconsegnato il bagaglio svuotato e tagliato, mentre altri sarebbero rimasti a mani vuote. La procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta e ha anche ordinato una perquisizione sulla Chimera, avvenuta il giorno successivo allo sbarco ad Agrigento. A bordo, però, non è stato trovato nulla.
La marina militare ha aperto un’inchiesta interna per far luce sull’accaduto, ma precisa che “i relazione allo specifico episodio parte degli oggetti in possesso dei migranti, a causa delle precarie condizioni di galleggiabilità, sono stati abbandonati dagli stessi sul barcone successivamente affondato”.