Strage di migranti a Lampedusa, 111 morti, metà donne: sospese ricerche in mare

Lampedusa, 4 ott. (LaPresse) – Un altro viaggio della speranza finito in tragedia. Il naufragio di un barcone di migranti ieri al largo di Lampedusa ha un pesantissimo bilancio di morte. Appartengono quasi per metà a donne i cadaveri recuperati in mare dopo il naufragio del barcone con circa 500 migranti a bordo, avvenuto ieri a Lampedusa. All’indomani dell’ecatombe la tragica contabilità dei morti si arricchisce di dettagli. Su 111 corpi, 49 sono di donne adulte e 58 di maschi adulti, poi ci sono 4 bambini deceduti nella tragedia, 2 maschi e 2 femmine. I bambini morti sono di età compresa tra uno e sei anni. Lo ha reso noto l’assessore regionale alla Sanità Lucia Borsellino nel corso di una conferenza stampa a Lampedusa. I superstiti sono 155, cinque dei quali sono stati trasportati a Palermo con l’elisoccorso. Prima del naufragio della carretta del mare con 500 persone a bordo nel mare di Lampedusa erano sbarcati altri 463 migranti. Fra questi uno era stato portato sempre con l’elisoccorso in un ospedale nel capoluogo regionale siciliano. Intanto le ricerche proseguono a singhiozzo per il mare grosso. Le condizioni del mare a Lampedusa continuano, infatti, ad essere proibitive e le ricerche in area sommersa sono sospese. La guardia costiera spiega che dovrebbero ripartire nel primo pomeriggio mentre stanno continuando i pattugliamenti con le motovedette e gli elicotteri.

Alfano interviene sulle polemiche che a poche ore dalla tragedia sono arrivate ieri dal mondo della politica con la Lega che ha addossato la colpa della strage alle posizioni della ministra dell’intergazione Kyenge e alla presidente della Camera Boldrini. Poi, su un fronte opposto, c’è chi ha puntato il dito contro la legge sull’immigrazione chiamata ‘Bossi-Fini’-. “Cosa c’entra la Bossi Fini? Mentre si raccolgono i morti queste sono pretestuose polemiche. Se si sente il cattivo odore della polemica politica nelle fasi di soccorso e di raccoglimento dei morti vuol dire che manca la sensibilità. Come se si potesse risolvere il problema dei morti in mare cancellando la legge, ma il problema è più complesso”. Così il vicepremier e ministro dell’Interno Angelino Alfano in collgamento stamane con il programma ‘La telefonata’ di Maurizio Belpietro su Canale 5.

Intanto arriva la notizia che a Lampedusa sarà istituita “una nuova unità di Medicina umanitaria e delle migrazioni per garantire in modo costante ed efficiente un livello di assistenza per una situazione come questa di emergenza in cui, comunque, il sistema sanitario ha risposto in modo eccellente. A tale scopo abbiamo già avviato contatti col ministero della Salute e collaboriamo con l’Istituto nazionale di medicina delle migrazioni”. Lo ha annunciato oggi l’assessore regionale alla Salute Lucia Borsellino da Lampedusa.

“Fino a questo momento i morti accertati sono 111 ma non è un bilancio definitivo perché altre decine di corpi sono incagliati nel peschereccio affondato. Abbiamo salvato oltre 150 persone”. Così il vicepremier e ministro dell’Interno Angelino Alfano parlando a ‘La Telefonata’ su Canale 5, da Lampedusa, il giorno dopo la strage di immigrati. 250 profughi circa mancano all’appello, con le acque di Lampeduse trasformate in un cimitero marino. A salvarsi su un barcone su cui viaggiavano in 500, eritrei e somali, partiti dalla Libia, sono stati 155 persone. Il naufragio probabilmente è stato causato da un incendio innescato a bordo del barcone dai migranti stessi che cercavano di lanciare segnali per essere avvistati a poche miglia dalla costa dell’Isola dei Conigli nel mare di Lampedusa. La procura di Agrigento ha arrestato uno scafista tunisino che si pensa possa essere uno dei ‘traghettatori di morte’ del barcone.

Il premier Enrico Letta ieri ha parlato di ‘una tragedia immane’ e ha proclamato per oggi, venerdì 4 ottobre, una giornata di lutto nazionale. Un minuto di silenzio per le vittime della tragedia sarà inoltre osservato nelle scuole di ogni ordine e grado.

Intorno alle 7.20 di ieri mattina sono arrivate due segnalazioni alla capitaneria di porto da parte di altrettanti pescherecci. In entrambe si riferiva di migranti in acqua a circa mezzo miglio dall’Isola dei Conigli. Da Lampedusa si sono dirette sul posto due motovedette della guardia costiera e una della guardia di finanza, contestualmente a un elicottero della guardia costiera che si è alzato da Catania e ad uno di base sulla Nave Vega della marina militare. Tra i migranti soccorsi ci sono anche una trentina di bambini, tra cui uno di due mesi, e tre donne incinte.

Fra i cadaveri recuperati anche quelli di quattro bambini. I migranti ‘hanno acceso una fiamma per fare luce, attraverso l’incendio di una coperta e ciò ha determinanto un incendio in barca. Quando si stavano diffondendo le fiamme a bordo ‘si sono spostati tutti sul lato e questo ha prodotto l’affondamento’ del barcone, ha riferito Alfano dalla Sala operativa del Dipartimento di vigili del fuoco a Roma, parlando delle cause che hanno provocato la tragedia di questa mattina a Lampedusa. Ora il vicepremier e ministro dell’Interno, Angelino Alfano, è arrivato a Lampedusa e ha affermato che ci sono ancora “molte decine di altri corpi incastrati tra lamiere. Al molo sta proseguendo l’azione di recupero dei morti”. Arrivato sul posto, Alfano ha definito la scena dei 93 corpi delle vittime come “raccapricciante”, una “scena che offende l’Occidente, l’Europa”. – “Oggi (Ieri ndr) ho detto a Barroso – ha aggiunto il vice premier – che l’Italia farà sentire forte la sua voce perché l’Europa deve rendersi conto che il problema non è italiano. Questa frontiera è europea. Chi arriva qui vuole attraversare l’Italia e magari andare in un altro Paese d’Europa”. “E’ necessario – ha concluso – vigilare meglio e fare sì che vi sia un’azione più efficace. Altra questione è il regolamento di Dublino, che carica sul Paese di primo ingresso tutto il peso dell’immigrazione”.

Sulla tragedia è intervenuto ieri il pontefice con parole di grande indignazione. ‘Parlando di pace, – ha detto il Papa fuori dal discorso ufficiale – e dell’inumana crisi economica mondiale non posso non ricordare con grande orrore le numerose vittime dell’ennesimo naufragio. Mi viene in mente una sola parola. Vergogna’. E’ – ha ripetuto Bergoglio tra gli applausi – una vergogna’. ‘Preghiamo insieme Dio – ha detto ancora il Papa – per chi ha perso la vita: uomini donne bambini, per i famigliari e per tutti i profughi. Uniamo i nostri sforzi perché non si ripetano simili tragedie. Solo una decisa collaborazione di tutti può aiutare a prevenirle’.

Dalla politica le manifestazioni di cordoglio. ‘L’attenzione che va data al fenomeno degli italiani all’estero non deve però farci dimenticare che l’Italia continua ad essere paese di destinazione e di transito di nuovi migranti e soprattutto di profughi che provengono dalle varie aree di crisi. La tragedia di Ragusa con 13 morti vittime di criminali scafisti scuote le nostre coscienze e impone a noi tutti di porre in essere le misure necessarie per evitare il ripetersi di queste tragedie’. E’ quanto ha scritto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato al direttore generale della fondazione Migrantes, monsignor Giancarlo Perego, in occasione della presentazione del ‘Rapporto Italiani nel Mondo 2013’ promosso dalla Fondazione Migrantes. ‘Il drammatico crescere di fenomeni di fuga da paesi in guerra e da regimi oppressivi – ha concluso Napolitano – ci obbliga ad affrontare specificamente con assai maggiore sensibilità i problemi di una politica dell’asilo’.

‘L’immane tragedia di Lampedusa, per cui si parla al momento di 62 morti e di 250 dispersi, non è umanamente sopportabile. Bisogna soccorrere i naufraghi del mare, compito nel quale gli uomini della Guardia costiera si stanno impegnando da mesi, ma bisogna anche fare tutto il possibile per fermare i trafficanti di morte che sfruttano la speranza dei poveri. E’ un dovere di cui dobbiamo farci carico, di cui deve farsi carico la comunità internazionale e l’Unione europea in particolare’. Lo ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi, che viene costantemente aggiornato dell’evolversi della situazione dal comando generale delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera.

Apprese le prime notizie sulla strage di migranti, la Presidente Boldrini ieri ha telefonato alla sindaca di Lampedusa, Giusy Nicolini. ‘La dimensione di questa nuova tragedia è tremenda, e dalle prime ricostruzioni sembra che il numero delle vittime sia destinato ad aumentare ulteriormente. Ma i motivi che spingono queste persone a mettersi in viaggio – ha affermato la presidente Boldrini – sono sempre gli stessi: guerre, persecuzioni, violazioni dei diritti umani. E’ questo l’aspetto più sconvolgente: il fatto che assistiamo da anni a tragedie identiche, sentendoci coinvolti, pronunciando parole di sincera commozione, ma senza trovare soluzioni. Vittime tutti noi – consapevoli o no – di quella ‘globalizzazione dell’indifferenza’ che proprio a Lampedusa Papa Francesco ha denunciato in modo sferzante. Ho ringraziato Giusy Nicolini per il modo in cui ancora una volta si sta prodigando. C’è da essere orgogliosi del modo in qui la Sindaca sta gestendo questa ennesima tragedia, con grande umanità e nel rispetto delle leggi. Le ho preannunciato che nelle prossime ore, compatibilmente con lo svolgimento dei lavori d’aula, sarò nell’isola a portare la solidarietà e il cordoglio della Camera dei deputati’.

Oltre al cordoglio ci sono state però anche le polemiche, ieri poche ore dopo la tragedia . Un attacco è arrivato dalla Lega alla presidente della Camera Boldrini e alla ministra Kyenge. ‘La responsabilità morale della strage che sta avvenendo nelle acque di Lampedusa è tutta della coppia Boldrini-Kyenge. La loro scuola di pensiero ipocrita che preferisce politiche buoniste alle azioni di supporto nei paesi del terzo mondo porta a risultati drammatici come questi. Continuando a diffondere senza filtri messaggi di accoglienza si otterrà la sola conseguenza di mietere più vittime di una guerra. Tanto la Boldrini quanto la Kyenge hanno sulla coscienza tutti i clandestini morti in questi ultimi mesi’. Lo dichiara Gianluca Pini, vicepresidente del Gruppo Lega Nord a Montecitorio.

Mentre proseguono le ricerche di chi manca all’apppello, intanto si cercano le responsabilità del disastro in mare. ‘E’ stato arrestato lo scafista, un tunisino. I superstiti hanno detto che non riuscivano a chiamare i soccorsi perché non avevano campo e che ben 3 motopescherecci passati di lì hanno visti, ma né hanno chiamato aiuti né li hanno soccorsi. Bisognerà anche cercare di capire questo’. Così a Rainwes 24 Giusy Nicolini, sindaco di Lampedusa, sul naufragio di un barcone di migranti avvenuto al largo dell’Isola.

‘I fuochi accesi da chi era a bordo per dare la segnalazione’ della barca in difficoltà nel mare – ha spiegato il sindaco di lampedusa, sempre citando i racconti dei naufraghi sopravvissuti – ‘hanno provocato un incendio perché c’erano perdite di carburante a bordo, poi per il panico a bordo la barca si è ribaltata. I migranti salvati raccontano questo e dicono che in tutto sul barcone c’erano 500 persone’.

Nel naufragio del barcone di immigrati a prestare soccorso, oltre agli uomini di marina militare, guardia costiera e forze dell’ordine, è stata anche una barca di alcune persone che stavano andando a pesca. A raccontare i soccorsi prestati sul luogo della tragedia, con la voce quasi rotta dal pianto, è uno delle persone a bordo della barca che stava andando a pesca, Vito Fiorino, a Rainews24. ‘Volevamo uscire in un gruppo di 8 amici a pescare con la nostra barca questa mattina- spiega Fiorino – quando ci siamo svegliati alle 6,30 abbiamo sentito delle voci, ma non vedevamo nessuno in acqua. Siamo usciti in mare e lo scenario che abbiamo avuto di fronte a noi è stato drammatico. L’imbarcazione non siamo riusciti a vederla, abbiamo trovato davanti a noi centinaia di persone che chiedevano aiuto urlavano e si sbracciavano, abbiamo iniziato a raccoglierli e a tirarli in barca, abbiamo lanciato un sos alla capitaneria e abbiamo continuato a raccogliere migranti in giro per il mare, ne abbiamo portati 47 sulla nostra barca’.

‘In mare c’era una chiazza di carburante – ha raccontato Fiorino – una volta soccorsi i migranti, abbiamo dato loro acqua da bere e magliette, si capiva che uscivano da una macchia di gasolio. Sono poi arrivate 3-4- motonavi della capitaneria. Le persone che abbiamo soccorso erano nude, sporche di gasolio, in una situazione pietosa’.