Taranto, 14 set. (LaPresse) – Il provvedimento di sequestro “non prevede alcun divieto di uso” dei beni aziendali del gruppo Riva. Lo scrive la procura di Taranto in relazione ai sequestri dei giorni scorsi della Guardia di Finanza sui beni di alcune società collegate al gruppo la cui proprietà è la stessa dell’Ilva. “Il custode-amministratore – scrive sempre la procura – è autorizzato ex lege a gestire eventuali necessità di ordine finanziario”.
Sui beni aziendali nella nota la procura di Taranto scrive nella nota che “l’articolo 104 bis delle disposizioni di attuazione del Codice di procedura penale dispone la custodia e l’amministrazione da parte di ausiliari nominati dall’autorità giudiziaria, al fine di garantire la continuità produttiva dell’azienda”. I beni oggetto del sequestro avvenuto negli ultimi giorni- si legge nella nota – saranno “immediatamente affidati, così come previsto dall’originario provvedimento del gip e allo scopo di evitare pregiudizi per la loro operatività, all’amministratore giudiziario, nominato a suo tempo dal giudice proprio allo scopo di garantire la loro gestione, sì da prevenire effetti negativi sulla prosecuzione dell’attività industriale, così come sta già avvenendo per le altre aziende precedentemente attinte dall’iniziale provvedimento di sequestro”.
Il sequestro “tuttora in corso di esecuzione” su alcune società collegate al gruppo siderurgico Riva “riguarda essenzialmente beni immobili, partecipazioni in altre società, quote azionarie, automezzi, impianti, macchinari e solo in minima parte disponibilità finanziarie” e deriva “dalla esecuzione del provvedimento di sequestro preventivo funzionale alla confisca per equivalente emesso il 22 maggio del 2013 dal gip del Tribunale di Taranto” nell’ambito della vicenda Ilva, sottolinea nella nota il procuratore della Repubblica di Taranto, Franco Sebastio, facendo una precisazione in merito al sequestro dei giorni scorsi sulle attività e sui beni del gruppo Riva alla cui proprietà fa capo l’Ilva di Taranto.