Palermo, truffa a Ue per fondi pubblici: sequestrati 24 milioni

Palermo, 23 lug. (LaPresse) – La guardia di finanza di Palermo ha sequestrato un’azienda, quote societarie, beni immobili e disponibilità bancarie del valore di circa 24 milioni di euro a un imprenditore palermitano di 45 anni accusato di truffa aggravata ai danni dello Stato e dell’Unione europea, malversazione, falso e fittizio aumento di capitale sociale. Le indagini eseguite dalle fiamme gialle hanno riguardato l’erogazione di contributi pubblici, nazionali e comunitari, per un totale di 5 milioni di euro (uno dei quali già assegnato) nel quadro del ‘Bando Industria 2015 – settore innovazione industriale ed efficienza energetica’, destinati alla realizzazione e alla messa in opera di un impianto per la produzione di biocombustibili utilizzando gli scarti della lavorazione del legno e i rifiuti organici provenienti dal comparto industriale e agroalimentare.

Dagli accertamenti è emerso che il legale rappresentante della società, avvalendosi di documentazione falsa, aveva certificato il possesso di competenze tecnico-scientifiche in realtà inesistenti e dei requisiti economici e finanziari prescritti per l’ammissibilità a finanziamento della domanda di contributo. In particolare, per indurre in errore i funzionari del ministero incaricati di esaminare la domanda di agevolazioni pubbliche, aveva comunicato l’avvio del processo di acquisizione del know-how e del management tecnico della società, fornendo anche i curricula del personale che avrebbe assunto.

Dalle indagini è emerso che i documenti riguardanti alcuni degli ingegneri di cui la società aveva comunicato la prossima assunzione erano stati inoltrati all’insaputa degli stessi interessati, i quali hanno disconosciuto la firma apposta sui curricula trasmessi al Ministero, aggiungendo di essere all’oscuro dell’iniziativa. Le indagini bancarie svolte dalla guardia di finanza hanno poi evidenziato altri sistemi con cui il responsabile della società tentava di dimostrare artificiosamente il possesso dei requisiti finanziari necessari alla realizzazione del programma di ricerca, fra cui, principalmente, l’aumento di capitale sociale in misura idonea a garantire la gestione economica del progetto.

E’ stato infatti riscontrato che il rappresentante della società non aveva apportato capitali propri, ma aveva in realtà svolto artificiose operazioni sul conto corrente personale e su quello della società al solo fine di procurarsi la documentazione (assegni e contabili bancarie) per attestare un apporto di capitale proprio in realtà mai avvenuto, per di più documentato da falsi verbali di aumento di capitale sociale e da altra documentazione non veritiera. Sono state in particolare accertate operazioni bancarie di prelevamento dai conti personali del rappresentante di importi poco dopo versati sui conti della società e poi, di nuovo, rientrati su conti personali del rappresentante stesso.

I controlli sulle movimentazioni bancarie della società hanno permesso alle Fiamme Gialle di dimostrare che l’indagato, dopo avere illecitamente ottenuto l’anticipazione di oltre 1 milione euro per la realizzazione del programma oggetto del finanziamento, aveva in realtà dirottato parte di questa somma su conti correnti personali, mentre la parte restante per il pagamento di spese della società che però nulla avevano a che vedere con la realizzazione dell’iniziativa oggetto di pubblica sovvenzione. La procura della Repubblica di Palermo ha quindi sequestrato in via d’urgenza i beni e le disponibilità finanziarie dell’indagato per un valore corrispondente al finanziamento indebitamente percepito, nonché, al fine di impedire l’aggravamento del reato e il protrarsi delle sue conseguenze, l’intero complesso aziendale, del valore di oltre 22 milioni di euro e le relative quote societarie, del valore di oltre 200 mila euro.