Milano, 19 lug. (LaPresse) – “Indignati per come siamo stati trattati dal Comune di Milano, abbiamo deciso di chiudere i negozi della città per i prossimi tre giorni a partire da oggi (nove esercizi commerciali)”. Così in una nota gli stilisti Stefano Gabbana e Domenico Dolce annunciano che le attività della casa di moda nel capoluogo lombardo resteranno chiuse per i prossimi giorni, assicurando però che le oltre 250 persone impiegate nei negozi milanesi “saranno comunque regolarmente retribuite”.
“La chiusura dei negozi di Milano è un segnale del nostro sdegno” dicono i due stilisti. Una protesta che segue le parole dell’assessore al Commercio Franco D’Alfonso che ieri a margine di un’intervista ha detto: “Non bisognerebbe concedere spazi simbolo della città a personaggi famosi e marchi vip che hanno rimediato condanne per fatti particolarmente odiosi in questo momento di crisi economica come l’evasione fiscale”, in riferimento alla recente condanna in primo grado inflitta ai due stilisti il 19 giugno per omessa dichiarazione fiscale ai fini di evadere le imposte.
“Siamo nati a Milano – continuano i due designer – e a questa città siamo sempre stati grati. Dobbiamo dire però che negli ultimi trent’anni a questa città abbiamo anche dato tanto: prestigio e visibilità internazionale, posti di lavoro e sviluppo economico”.
“Nonostante la nostra passione e il senso di responsabilità ci spingano a continuare a lavorare con la dedizione e la volontà di sempre, dichiariamo di esserci stancati delle continue diffamazioni e ingiurie che stanno togliendo serenità al nostro lavoro e ci stanno distogliendo dal nostro vero compito di stilisti”, si legge nella nota diffusa dalla griffe meneghina.
“Non siamo più disposti a subire ingiustamente le accuse della guardia di finanza e dell’agenzia delle entrate, gli attacchi dei pubblici ministeri e la gogna mediatica a cui siamo sottoposti ormai da anni”. “Questo non solo per noi stessi – spiegano i due stilisti – ma soprattutto per tutti coloro che lavorano con noi. Abbiamo la fortuna di collaborare con persone di vera e rara eccellenza, sia dal punto di vista tecnico-professionale sia dal punto di vista umano, che credono fermamente in noi e per le quali tutto questo è demotivante”.