Papa cita parabola buon samaritano e parla di viaggio per Gmg

Papa cita parabola buon samaritano e parla di viaggio per Gmg

Castel Gandolfo (Roma), 14 lug. (LaPresse) – Prima dell’Angelus di oggi, il primo da Castel Gandolfo, papa Francesco ha citato la parabola del buon samaritano: “Chi era quest’uomo? Era uno qualunque, che scendeva da Gerusalemme verso Gerico sulla strada che attraversa il deserto della Giudea. Da poco, su quella strada, un uomo era stato assalito dai briganti, derubato, percosso e abbandonato mezzo morto. Prima del samaritano passano un sacerdote e un levita, cioè due persone addette al culto nel Tempio del Signore. Vedono quel poveretto, ma passano oltre senza fermarsi. Invece il samaritano, quando vide quell’uomo, ‘ne ebbe compassione’. Si avvicinò, gli fasciò le ferite, versandovi sopra un po’ di olio e di vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e pagò l’alloggio per lui. Insomma, si prese cura di lui: è l’esempio dell’amore per il prossimo”.

“Ma perché Gesù sceglie un samaritano come protagonista della parabola? – si chiede il pontefice – Perché i samaritani erano disprezzati dai Giudei, a causa di diverse tradizioni religiose; eppure Gesù fa vedere che il cuore di quel samaritano è buono e generoso e che, a differenza del sacerdote e del levita, lui mette in pratica la volontà di Dio, che vuole la misericordia più che i sacrifici. Un uomo che ha vissuto pienamente questo Vangelo del buon samaritano è il Santo che ricordiamo oggi: san Camillo de Lellis, fondatore dei Ministri degli Infermi, patrono dei malati e degli operatori sanitari”.

“San Camillo morì il 14 luglio 1614: proprio oggi si apre il suo quarto centenario – dice ancora il Papa – che culminerà tra un anno. Saluto con grande affetto tutti i figli e le figlie spirituali di san Camillo, che vivono il suo carisma di carità a contatto quotidiano con i malati. Siate come lui buoni samaritani! E anche ai medici, agli infermieri e a coloro che lavorano negli ospedali e nelle case di cura, auguro di essere animati dallo stesso spirito. Affidiamo questa intenzione all’intercessione di Maria Santissima”.

Poi il Papa ha ricordato un importante appuntamento: la Giornata mondiale della gioventù. “E’ ormai vicina la Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro. Io partirò tra otto giorni, ma molti giovani partiranno per il Brasile anche prima. Preghiamo allora per questo grande pellegrinaggio che comincia, perché Nostra Signora de Aparecida, patrona del Brasile, guidi i passi dei partecipanti, e apra i loro cuori ad accogliere la missione che Cristo darà loro”. Interrotto dagli applausi della folla, quando nomina la Giornata mondiale della Gioventù, papa Francesco si ferma e dice: “Si vede che ci sono tanti giovani di età, ma vedo che siete tutti giovani di cuore”.

Papa Francesco, al termine dell’Angelus domanicale che ha tenuto a Castel Gandolfo, si è lungamente trattenuto a salutare i numerosissimi fedeli accorsi per poterlo salutare e ascoltare. Il pontefice ha stretto mani e baciato i bambini piccoli nelle prime file e gli infermi. In particolare uno dei bambini presenti, che il Papa ha baciato in fronte, lo ha ricambiato con un forte abbraccio.

Subito dopo la preghiera, un tweet: “Per un cristiano, la vita non è il prodotto del puro caso, ma frutto di una chiamata e di un amore personale”.

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