Sversamento in mare dalla raffineria Eni di Taranto

Taranto, 8 lug. (LaPresse) – Si è verificato uno sversamento questo pomeriggio dalla raffineria Eni di Taranto: in mare è finito un residuo di lavorazione, un idrocarburo molto leggero la cui esatta natura è in corso di accertamento. E’ fuoriuscito dal canale A della raffineria, che si trova nel porto. La superficie coinvolta è comunque molto limitata: ha una estensione di 80 metri lungo la costa, e di 10 metri verso il largo. La corrente, che spinge verso costa, contribuisce a mantenere il materiale compatto. La capitaneria di porto è intervenuta con i suoi mezzi e con la disposizione a riva di panelli oleossarbenti. Sul posto è intervenuta anche l’Ecotaras, la società concessionaria del servizio antinquinamento nel porto. Entro la giornata di domani tutto il prodotto dovrebbe essere completamente assorbito.

All’origine del problema ci sarebbe il nubifragio che ha colpito la zona nel pomeriggio: a partire dalle 16 si sono verificati black out a macchia di leopardo in tutta la provincia. Lo sversamento all’Eni sarebbe stato provocato da un incidente causato dalla mancanza di un surplus di energia di cui l’impianto avrebbe avuto bisogno in quelle ore.

Polemiche gli ambientalisti: “Riteniamo – scrivono Fabio Matacchiera, presidente di Fondo Antidiossina e Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink, che per primi hanno denunciato l’incidente – che la raffineria dell’Eni non sia adeguatamente controllata dal ministero dell’Ambiente e dai suoi organi tecnici; il ministero dovrebbe verificare con esperti qualificati lo stato degli impianti, la loro adeguatezza e sicurezza, nonché l’implementazione dell’Aia. Non è pensabile che un blocco dell’energia elettrica possa avere conseguenze così gravi e provocare un contraccolpo come questo, suscitando apprensione e legittima preoccupazione fra la popolazione. Quanto è accaduto si aggiunge alle forti emissioni percepite nelle ultime settimane e alle fughe di gas che i cittadini hanno avvertito. Basti pensare che, da quanto ci risulta, parlando con l’Arpa, non sarebbero attive le centraline perimetrali previste dall’Aia dell’Eni e che quelle esistenti non sarebbero collegate telematicamente con l’Arpa”.