Roma, 6 lug. (LaPresse) – Questa sera alle ore 20,30 giungerà a Roma all’aeroporto di Fiumicino, proveniente da Bogotà (Colombia), il pericoloso latitante Roberto Pannunzi, arrestato ieri in Colombia dalla polizia del Paese sudamericano. Lo comunica in una nota la Polizia di Stato. La cattura del boss, spacciatore di droga europeo più ricercato, è il frutto dell’attività di indirizzo della Direzione centrale per i Servizi antidroga sul territorio nazionale ed in Colombia, in relazione alle indagini condotte da circa due anni dal G.I.C.O. della Guardia di finanza di Catanzaro e dal R.O.S. dei carabinieri, sotto l’egida procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica – Direzione distrettuale antimafia – di Reggio Calabria, Nicola Gratteri. L’esperto antidroga italiano a Bogotà ha seguito al fianco della polizia colombiana tutte le fasi dell’indagine fino alla cattura.

Pannunzi, definito dalle autorità colombiane ‘Il Pablo Escobar italiano’, ricercato dal 2010, quando è evaso da una clinica romana ove era ricoverato, è colpito da un ordine di esecuzione di pene concorrenti (condanna della Corte d’Appello di Reggio Calabria, aumentata dalla condanna della Corte d’Appello di Firenze) per violazione alla legge sugli stupefacenti, dovendo scontare la pena di anni 12, mesi 5 e giorni 26 di reclusione.

‘Il Pablo Escobar italiano’ è il protagonista indiscusso del narcotraffico internazionale in quanto massimo referente dei cartelli sudamericani per la vendita di ingenti quantitativi di cocaina destinata alle famiglie di ‘ndrangheta dei Morabito, Coluccio-Aquino, Romeo, Bruzzaniti, Sergi, Trimboli e Papalia, nonché alle più importanti famiglie di “Cosa Nostra”. Grazie ai sui contatti negli Stati Uniti d’America, dove ha vissuto per oltre dieci anni, Pannunzi negli anni ’80 ha curato il narcotraffico anche in direzione di Cosa Nostra americana, introducendo in quel Paese ingenti quantitativi di eroina per conto dei noti Stefano Bontade e Salvatore Inzerillo.

Il latitante, unitamente al figlio Alessandro, attualmente detenuto, ha operato anche con la mafia turca ed il clan dei marsigliesi ed ebbe contatti con Gaetano Badalamenti e Gerlando Alberti. Al momento della cattura Pannunzi è stato trovato in possesso di un documento falso venezuelano a nome Silvano Martino ed era in compagnia di due soggetti di nazionalità colombiana, la cui posizione è al vaglio degli inquirenti.

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