Roma, 29 mag. (LaPresse) – “È stato fatto uno scempio dai mass media: è stata resa pubblica una telefonata che per me non aveva senso e, in modo molto pregiudizievole, capisco perché non sono state rese note nell’immediato all’opinione pubblica altre comunicazioni di soccorso, che avrebbero valorizzato sicuramente l’operato di un comandante in difficoltà. È stata scelta una telefonata che poteva essere sensazionale per far gridare allo scandalo l’opinione pubblica.
Non ho paura del processo e neanche della galera. La verità dà coraggio”. Queste le parole pronunciate oggi a ‘Mattino Cinque’, da Francesco Schettino, in un’intervista rilasciata dal comandante della Costa Concordia alla giornalista Ilaria Cavo.
“Io non ho abbandonato la nave, e lo ribadisco con forza e con decisione – prosegue il comandante Schettino – l’abbandono della nave è un atto volontario, quello che è accaduto è che la Concordia si è abbattuta e si è riversa su un fianco, quindi io, e le poche persone rimaste al ponte 3, siamo stati espulsi dalla nave. Io sono andato su quella scialuppa e l’ho sottratta alla presa della nave; diversamente, durante il progressivo sbandamento, la scialuppa sarebbe finita sott’acqua con tutti i suoi occupanti. Non avevo molte altre alternative: o buttarsi in acqua oppure, visto che c’era una lancia intrappolata, che senso avrebbe avuto non usarla? Bisogna raggiungere un risultato e il risultato è di aver sottratto una lancia all’inabissamento. Si è intuito che io avessi lasciato la nave, ma la cosa è esattamente al contrario”. “Io rivendico le mie scelte e farò in modo che siano comprese durante il processo”, ha ribadito.