Ruby: Le mie bugie uguali a racconti di altre? Tutte coincidenze

Milano, 24 mag. (LaPresse) – “Prima avevo raccontato delle cavolate e mi dispiace di averlo fatto. Oggi sono qui per dire la verità”. Ruby si è giustificata così nel corso della sua testimonianza nel processo a carico di Emilio Fede, Nicole Minetti e Lele Mora, nel quale è parte lesa. Tutti i cinque verbali resi tra luglio e agosto del 2010 contengono solo “cavolate”, ha sottolineato in aula. E quando i pm le fanno notare che ci sono dei punti di contatto tra i suoi racconti, che oggi ha definito “bugie”, quelli di altre ragazze ospiti del Cavaliere, risponde: “Tutte coincidenze”. “Balle” sarebbero anche le sue ricostruzioni delle serate ad Arcore dove dice di non aver fatto balli erotici e di non aver partecipato a bagni “di gruppo” in piscina senza costume. “Non ricordo date – prosegue la ragazza incalzata dal pm Antonio Sangermano – ricordo di essermi fermata a dormire due o tre week end” e mai “da sola” ma “la mia memoria può fallire”.

Ruby è confusa anche sulla cifra che le è stata rubata il 1 maggio 2010 in corso Buenos Aires, quando le è stata scippata la borsa. Lei ricorda di aver avuto “5-6mila euro” ma il pm le fa notare che alla polizia ha denunciato il furto di 7mila e la ragazza gli risponde quasi sfidandolo: “se lo dice lei”. “Cambi tono”, le intima la presidente del collegio Anna Gatto. Allora Ruby, tra un sorriso tirato e l’altro, spiega che “quei soldi venivano dalle serate del presidente, dalle buste” ma tiene a precisare di non aver mai fatto sesso con lui. È giallo anche sugli “aiuti” che Berlusconi le avrebbe fatto avere. Ruby esclude di aver mai avviato una trattativa per avere 5 milioni di euro dal Cavaliere, che nella scorsa udienza aveva definito “una vanteria”. E quando il procuratore aggiunto Pietro Forno le chiede se “ricorda 187mila euro” che aveva riferito di aver ricevuto dal Cavaliere “in 3 mesi, da febbraio a maggio 2010” la giovane marocchina risponde con un secco “no”. Il magistrato: “La cifra può essere vera?”. E la ragazza: “No”. Il pm la incalza: “E che motivo aveva di inventarsi questa cifra così precisa, così particolare?” Ruby: “Ho inventato questa somma per essere più credibile in questa mia panzanata”. Ai pm la giovane marocchina inizialmente aveva detto “di aver fatto solo 3 cene” ad Arcore mentre dalle indagini è emerso che è andata a Villa San Martino ben 7 volte. “Ho diminuito il numero delle serate – si è giustificata – ma ho aumentato l’importo”. La ragazza ai magistrati ha aveva detto che Berlusconi le aveva regalato un Rolex Daytona e un Rolex Leopard oltre ad una collana con una croce della griffe Re Carlo e ad alcuni bijoux. Oggi, invece, ha ammesso di aver ricevuto solo la croce e i bijoux e ha spiegato di aver comprato un solo orologio da 4mila euro in Sicilia con i soldi del Cavaliere. Ridimensionato anche il totale degli “aiuti” ricevuti dall’ex premier, che ammonterebbe ad “alcune buste da 2 o 3 mila euro dopo ogni serata” e a 30 mila euro ricevuti al ragionier Giuseppe Spinelli per aprire un centro estetico.

Attimi di tensione, quando il procuratore aggiunto Forno le chiede se si sia mai offerta all’assistente Ermes Cafaro, capo della pattuglia della Volante che la sera del 27 maggio 2010 la ferma in un centro estetico di corso Buenos Aires per un furto segnalato da Caterina Pasquino e la porta in questura. La ragazza non risponde perché il suo avvocato, Paola Boccardi, chiede di leggere in aula la trascrizione della chiamata (audio e trascrizione sono agli atti dell’inchiesta) che l’assistente Cafaro fa al 113 nella quale si sente la voce di una donna, Ruby secondo l’accusa, che gli dice : “Vengo con te a far l’amore allora” e il poliziotto le risponde: “No, te con me non vieni da nessuna parte”. Si cerca la trascrizione di questa conversazione, ma non viene trovata in tempo utile e il processo va avanti. La giovane ribadisce di non essere una prostituta e di non avere mai fatto sesso a pagamento con nessuno, tantomeno con Cristiano Ronaldo, come aveva affermato nelle indagini. “Avevo visto Ronaldo sui cartelloni di Milano che faceva una pubblicità di intimo e – spiega ridendo – ho detto anche questa vanteria”. “Se non ho fatto la prostituta con Ronaldo, che era bello, figuriamoci se l’ho fatta con Berlusconi o con qualcun altro”.

Al termine dell’udienza, l’avvocato Pasquale Pantano, uno dei legali di Nicole Minetti, ha chiesto ai giudici che venisse annullata la testimonianza di Ruby “perché è stato gravemente menomato il diritto della difesa” dato che i pm le hanno posto alcune domande relative a parti delle trascrizioni che sono state omissate nelle copie fornite alle difese. I giudici, dopo quasi un’ora di camera di consiglio, hanno respinto l’istanza. Il processo riprenderà il 31 maggio con le requisitorie dei pm Forno e Sangermano e l’udienza successiva sarà dedicata alla dichiarazioni spontanee di Nicole Minetti e Emilio Fede, poi la parola passerà alle difese per le loro arringhe.