Palermo, 34 arresti per riciclaggio: in manette giudice

Palermo, 16 mag. (LaPresse) – Trentaquattro arresti, 22 persone in carcere e 12 ai domiciliari. Fra loro anche due carabinieri e un giudice amministrativo del Tar del Lazio. In tutto 85 perquisizioni. E’ questo il bilancio di un’operazione della guardia di finanza di Palermo che ha smantellato un’organizzazione criminale che riciclava in tutta Italia e all’estero denaro sporco, frutto di illecite attività, e commercializzava oro in assenza delle prescritte autorizzazioni. Tra le persone raggiunte dalle misure anche avvocati, commercialisti e soggetti operanti nell’area dell’intermediazione finanziaria e facenti capo al professor Gianni Lapis, noto avvocato tributarista palermitano, già prestanome di Vito Ciancimino.

L’organizzazione criminale, operante su tutto il territorio nazionale e all’estero, era dedita a violazioni valutarie in titoli, valori e mezzi di pagamento nazionali, europei ed esteri, nonchè all’esecuzione di illecite movimentazioni finanziarie e di capitali, anche transnazionali, è stata smantellata stamattina dai finanzieri del nucleo speciale di polizia valutaria di Palermo. L’attività è stata coordinata e diretta nelle ultime fasi dal procuratore aggiunto Vittorio Teresi e dai sostituti, Daniele Paci, Lia Sava e Dario Scaletta.

Numerosi i reati ipotizzati a carico dei responsabili: non solo associazione per delinquere aggravata dalla transnazionalità, finalizzata al riciclaggio di ingenti quantitativi di denaro in divisa estera e al commercio dell’oro, attraverso l’esercizio abusivo della professione di intermediario finanziaro con modalità tali da eludere il sistema della tracciabilità delle operazioni (aggirando il circuito bancario e consentendo di fatto l’immissione nei mercati di denaro contante), ma anche falsificazione, spendita e introduzione nello stato di monete falsificate, detenzione illegale di armi e munizionamento, truffa e violazioni alla disciplina del mercato dell’oro. Fondamentale per la ricostruzione dei fatti e l’addebito delle singole responsabilità, è stato l’impiego di un finanziere sotto copertura che, infiltrato nelle diverse organizzazioni, ha partecipato alle trattative necessarie per concludere le operazioni di cambio, acquisendo così precisi elementi di prova.

Le indagini hanno permesso di sequestrare valuta straniera (principalmente dollari u.S.A., won nord-coreani e franchi svizzeri), per un controvalore complessivo superiore a 11 milioni e mezzo di euro e di denunciare 93 persone. Le attività, eseguite dalle prime ore dell’alba dalle fiamme gialle del nucleo speciale di polizia valutaria di Roma e di altri 29 reparti della guardia di finanza, hanno interessato le province di Palermo, Roma, Torino, Aosta, La Spezia, Milano, Varese, Como, Verona, Vicenza, Padova, Modena, Firenze, Arezzo, L’Aquila, Frosinone, Benevento, Napoli, Crotone, Cosenza, Messina e Catania.