Milano, 26 mar. (LaPresse) – Le telecamere di sorveglianza posizionate all’esterno della gioielleria di Giovanni Veronesi, ucciso il 21 marzo, sullo stesso lato di via dell’Orso, nei pressi dell’hotel Milano Scala, hanno immortalato quello che, secondo gli inquirenti, potrebbe essere l’assassino. Gli inquirenti hanno individuato la fisionomia di una persona, ripresa sia di profilo che di fronte, che è entrata nella gioielleria intorno alle 11.40 per uscirne intorno alle 12.10 con in mano un contenitore. Si tratterebbe di un uomo di mezza età, che gli inquirenti ipotizzano faccia parte della cerchia di conoscenze dell’orefice.
LE TELECAMERE INTERNE NON FUNZIONAVANO. Veronesi, infatti, negli ultimi tempi non apriva ai clienti sconosciuti, mentre ha accolto senza problemi il suo aggressore. I due si sono intrattenuti per alcuni minuti prima che la persona immortalata dalle telecamere iniziasse a colpire l’anziano negoziante al torace con un’arma simile ad un punteruolo per poi ‘finirlo’ con due colpi alla testa inferti probabilmente con una statuetta che si trovava nel negozio. Le telecamere all’interno della gioielleria non funzionavano e gli inquirenti ritengono che l’assassino abbia portato via il server. L’aggressore si è allontanato indisturbato, portando con sé un contenitore con alcuni oggetti.
I RISULTATI DELL’AUTOPSIA. Intanto, è terminata nel pomeriggio l’autopsia sul corpo di Veronesi. Sabato scorso i medici legali avevano effettuato un primo esame sulla salma, riscontrando che la vittima aveva ricevuto 5 colpi alla testa sferrati con un corpo contundente. Secondo i risultati l’orefice è stato colpito prima tre volte con un’arma simile ad un punteruolo al torace e poi con un corpo contundente, probabilmente una statuetta che si trovava nel negozio, alla testa. Proprio il secondo colpo alla testa, inferto con molta forza, sarebbe risultato letale.
FORSE DOMANI I FUNERALI. Ora il corpo di Veronesi verrà riconsegnato alla famiglia e i funerali potrebbero essere celebrati già domani. I dati evidenziati dall’autopsia si aggiungeranno agli elementi già raccolti dai carabinieri che nel frattempo stanno vagliando gli alibi di amici, familiari e conoscenti dell’orefice e visionando le registrazioni delle telecamere di sorveglianza nei pressi della gioielleria. Da quanto si è saputo, alcuni alibi non reggerebbero e ci sarebbero dei buchi temporali nelle ricostruzioni di alcune delle persone interrogate.