Roma, 22 mar. (LaPresse) – Quattordici anni e sei mesi. E’ la condanna inflitta dal tribunale di Torino a Giuliano Soria, ex patron del premio letterario Grinzane Cavour. L’accusa – rappresentata dai pm Gabriella Viglione, Stefano Demontis e Valerio Longi – aveva chiesto 12 anni. Al fratello Angelo Soria, ex responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Piemonte, sono stati inflitti 7 anni, allo chef Bruno Libralon, all’epoca dei fatti direttore dell’Icif, due anni e 10 mesi. Giuliano Soria doveva rispondere di malversazione, peculato in concorso col fratello, violenza sessuale, maltrattamenti, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
La pena per Giuliano Soria, più elevata di due anni e mezzo rispetto alle richieste dei pm, ingloba anche la violenza sessuale, che il giudice ha riconosciuto nei confronti di Nitish, l’ex maggiordomo di Soria. Era stato proprio il ragazzo a dare il via all’inchiesta facendo denuncia, dopo che Soria lo aveva molestato e insultato per mesi, pagandolo pochissimo e costringendolo a lavorare quasi senza sosta. A questa prima denuncia erano seguite quelle di altri due ex collaboratori, Ad, anche lui extracomunitario tuttofare dell’ex patron, e Laura Giudici, ex segretaria. Soria è stato ritenuto responsabile dell’immigrazione clandestina di Ad e di maltrattamenti nei confronti della signora Giudici. Soria dovrà pagare come provvisionali 55mila euro a Nitish, 30mila euro alla Giudici e 6mila ad Ad. I magistrati avevano scoperto, estendendo le indagini all’attività lavorativa di Soria, che chiedeva soldi alla Regione Piemonte tramite il fratello per usarli anche a scopo personale (come la ristrutturazione dei suoi appartamenti).