Processo Eternit, chiesti 20 anni per imputati

Torino, 13 mar. (LaPresse) – Il sostituto procuratore Raffaele Guariniello ha chiesto di condannare i due imputati del processo Eternit, Stephan Schmidheiny e Louis De Cartier, a 20 anni di carcere ciascuno. Il magistrato ha parlato per circa tre ore durante la requisitoria finale. In primo grado entrambi gli ex vertici della multinazionale dell’amianto erano stati condannati a 16 anni per disastro ambientale doloso e omissione volontaria di cautele antinfortunistiche. Sono circa tremila le vittime di questo processo e circa seimila le parti lese. Presiede la corte il giudice Alberto Oggè.

L’accusa è rappresentata, oltre che da Raffaele Guariniello, anche dai sostituti procuratori Gianfranco Colace e Sara Panelli. “Non siamo in presenza di eventi sporadici, ma di carenze strutturali – ha detto Guariniello esponendo la tesi del disastro – dovute a scelte di carattere aziendale compiute a livello mondiale”. L’accusa ha chiesto che i due imputati vengano condannati anche per le vittime degli stabilimenti di Bagnoli (Napoli) e Rubiera (Reggio Emilia), perchè “hanno deciso – ha sottolineato Guariniello – la politica ambientale del gruppo, non solo a Casale, avendo pieni poteri decisionali e di spesa”. In primo grado il giudice Giuseppe Casalbore non considerò i due imputati colpevoli per queste due fabbriche, ma li condannò solo per i reati perpetrati nelle fabbriche di Casale Monferrato e di Cavagnolo (Torino).