Petrini: Scandali alimentari? Colpa della corsa al prezzo basso

Torino, 8 mar. (LaPresse) – “Bisogna ridare valore al cibo e a quei produttori che seguono buone pratiche, spesso derisi perché i loro prodotti costano un po’ di più”. Lo spiega a LaPresse Carlo Petrini, il fondatore di Slow Food, sottolineando che questo è l’unico modo di affrontare alla radice gli scandali e i casi di adulterazione e inquinamento alimentare. Le capesante al cadmio di Chioggia, i cinghiali radioattivi in Piemonte, l’insalata al veleno in Germania, il caso del topo morto trovato in una scatola di fagiolini in Francia, l’intossicazione in un ristorante in Danimarca di oltre 60 persone, lo scandalo della carne di cavallo: “Sono tutti casi diversi e non bisogna fare di tutte le erbe un fascio – puntualizza Petrini – ma c’è un discorso a monte, che è quello di restituire valore al cibo ed alle buone pratiche. Altrimenti quello che abbiamo risparmiato per comprare ciofeche, lo spenderemo in medicine”.

Il caso della carne di cavallo è una vera e propria frode, “una forma di delinquenza gravissima”, sottolinea Petrini, ma anche quello di Chioggia deve far riflettere: “Il problema – spiega – è che ci sono situazioni ambientali che ormai stanno diventando il nostro quotidiano. Se inquiniamo suoli e falde acquifere senza tener conto delle ricadute agricole sulla fertilità, vuol dire che adottiamo un modello di sviluppo che sta distruggendo il pianeta. Non ci rendiamo conto del disastro che creerà non solo per noi ma anche per le generazioni future. Ma come possiamo andare avanti così, ritenendo che intere zone marine possano essere vietate alla pesca?”. Petrini cita anche il caso di Taranto, “dove interi territori costantemente compromessi escono dal ciclo vitale della produzione dei beni alimentari”.

Col cibo, ripete, “non si può ragionare solo in termini di prezzo”, come se fosse un bene di consumo come un altro. E questo ha che fare sia con i produttori e con i consumatori: “Ognuno di noi – conclude – è direttamente coinvolto dalla distruzione delle risorse del pianeta. Senza questa consapevolezza non si va da nessuna parte”.