Perugia, 6 mar. (LaPresse) – “Allora, qui tre anni fa è successo un disastro, quando mi sono ammalato. È successo che noi avevamo un finanziamento per 200 mila euro: per dei corsi. Poi, come ben sapete, qui la politica comanda tutto. Comunisti, sinistra, Ds, no? Chi comanda son tutti loro. I finanziamenti li danno a chi vogliono loro.
A noi c’è li hanno dati e poi per nulla, per un motivo politico, c’è li hanno tolti”. Così, nel gennaio scorso, Andrea Zampi, il duplice omicida che questa mattina ha ucciso due impiegate della Regione Umbria e poi si è tolto la vita, aveva raccontato la sua storia e la sua rabbia in un’intervista registrata concessa ad alcuni allievi della Scuola di Giornalismo del capoluogo umbro. Un’intervista che ora LaPresse è in grado di pubblicare con il suo testo integrale.
“Da quando mi è successa quella cosa io non sono stato più bene, per l’ingiustizia ricevuta – aggiungeva Zampi nel colloquio con gli allievi della Scuola di Giornalismo -. Ho avuto un problema e quindi non è che vado più a controllare queste cose. Noi abbiamo dei progetti allegati, si fa la progettazione, e c’è l’ultima parte in cui bisogna inserire gli esiti occupazionali, dichiarati e sottoscritti dalle allieve. Non c’è più stata progettazione, l’ultima è una progettazione per competenze chiave di 60 ore, e non puoi far nulla. È una devastazione totale…”.
Nell’intervista, l’assassino-suicida aveva insistito nella sua serie di accuse e di contestazioni: “La Regione Umbria una volta era Florida, e comunque anche ora ci sono le aziende. Il mondo del l’abbigliamento è una cosa dove fare i corsi, sono importanti. Ma danno i soldi a valanga, destra, sinistra. Sono cose per prendere soldi e basta. Questo è un mestiere vero, una professione. Ci sono delle competenze… Quella invece è una politica sbagliata, a sua volta di tutti i governi che hanno permesso questo, perché il lavoro tocca tutelarlo all’interno dell’Italia. Sono politiche sbagliate, è tutto un disastro”.
Nella parte centrale dell’intervista, Andrea Zampi riferiva alcuni episodi precisi che, a suo dire, avrebbero provocato il blocco rinnovo dei finanziamenti. Episodi legati a una serie di presunte carenze della sua struttura di corsi professionali che l’uomo faceva capire esplicitamente di considerare pretestuose. “Il dispositivo di accreditamento? – spiegava Zampi – I locali io li avevo a norma. Poi tre mesi prima è successa una variazione sulla normativa di sicurezza. Io ho telefonato alla ditta e questo mi ha detto ‘Tutto a posto, lascia stare così’. Io ho lasciato stare così, sono venuti e mi mancavano tre cartellini: ‘Divieto di fumo’, ‘Macchine in movimento’. Una cavolata e mi hanno tolto l’accreditamento e conseguentemente i 160 mila euro di finanziamenti approvati. È terribile. No, io sono finito… Io sono un cristiano e non mi interessa nulla. Io sono regolare, preciso, mai raccomandate, niente. Per tre cartellini mi hanno chiuso i finanziamenti, ma stiamo scherzando? L’Ilva, quello inquina, produce, ammazza tutti e c’ha le tangenti dai presidenti. Le scuole pubbliche, cadono i solai fanno ugualmente. Io per tre cartellini così. Se vedi che tre cartellini non ci sono mi dici ‘Ok, ti do un tempo per rimetterceli’. No? Questa è la realtà fa parte della mia vita. Se permetti questa è la realtà di quello che è successo”.
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