Torino, fermato per aggressione a Musy: era con lui in lista

Torino, 30 gen. (LaPresse) – E’ stato fermato il presunto aggressore di Alberto Musy, il consigliere comunale dell’Udc colpito lo scorso 21 marzo nel cortile di casa propria a Torino da colpi di pistola. Si chiama Francesco Furchì. Furchì era nella stessa lista di Musy alla scorse elezioni comunali e il motivo per cui avrebbe aggredito Musì, secondo quanto si apprende, sarebbe personale. La squadra mobile di Torino la scorsa notte ha interrogato per molte ore Furchì. Le indagini sono coordinate dal pm Roberto Furlan della procura di Torino.

MUSY ANCORA IN COMA. Musy si trova ancora in coma irreversibile. Ha una moglie e quattro figlie. Avvocato civilista, lavorava in uno studio non lontano da casa. Si era candidato alle primarie per l’elezione del sindaco di Torino alle scorse amministrative del 2011. Eletto consigliere comunale dell’Udc, era capogruppo del partito.

L’AGGRESSIONE. Lo scorso 21 marzo, di mattina, stava uscendo di casa per andare al lavoro. Nel cortile della palazzina storica in via Barbaroux 35 dove vive, un uomo con casco integrale e uno strano pacco in mano gli sparò almeno quattro colpi di revolver. Lui cercò di difendersi, fece qualche passo, poi si accasciò a terra.

IL MOVENTE: UN MANCATO APPOGGIO PER UNA CATTEDRA. “Un movente può sintetizzarsi elencando tre profili: il mancato appoggio del Musy con riferimento a un concorso per cattedra universitaria in Palermo, una mancata nomina dell’indagato a cariche comunali gravitanti in questo perimetro, dopo che l’indagato aveva profuso un impegno in favore della campagna elettorale di Alberto Musy per le comunali del 2011 e un mancato impegno per reperire investitori che disperatamente l’indagato cercava per sue manovre e trattative”. Così il procuratore capo di Torino Gian Carlo Caselli spiega i moventi del fermo per tentato omicidio con premeditazione di Francesco Furchì.

TRADITO DA UN DIFETTO FISICO: NEL VIDEO ERA CLAUDICANTE. Caselli spiega poi che Furchì è stato riconosciuto grazie a un difetto fisico che si ripercuote sulla sua camminata, un po’ barcollante. Subito dopo l’aggressione dello scorso 21 marzo, gli inquirenti avevano in mano le immagini delle telecamere posizionate nelle strade vicine a casa di Musy, immagini in cui si vedeva un uomo con casco integrale camminare in fretta in modo un po’ claudicante. Il procuratore capo Gian Carlo Caselli ha spiegato che “sono state fatte due consulenze tecniche ‘nuove’ da alcuni docenti del Politecnico di Torino” su quei video. “Le hanno fatte analizzando pezzi di immagini – ha spiegato Caselli – poi, una volta individuato l’indagato, attraverso la comparazione tra la figura dell’ignoto attentatore che si vedeva nel filmato e Furchì”. Per ogni parametro esaminato è stata riscontrata una coincidenza superiore al 90 percento, giungendo al 99 percento per alcuni frame. “E’ stata disposta – ha proseguito Caselli – quindi una seconda consulenza sulla compatibilità della camminata e la postura dell’ignoto attentatore e Furchì. Il risultato è che altezza e caratteristiche fisiche erano uguali e attentatore e indagato presentavano le medesime peculiarità di camminata e di postura che derivano da malformazioni fisiche particolari, niente affatto comuni”.

IL PM: “UNA DOPPIA PERSONALITA'”. “Riuniva in sé una doppia personalità, passando in un momento dal ruolo di elegante faccendiere a quello di malavitoso grossolanamente violento e arrogante”. Lo scrive il pm Roberto Furlan nel decreto di fermo del presunto aggressore di Alberto Musy, Francesco Furchì. Secondo l’accusa l’indagato, che è stato anche denunciato per maltrattamenti dalla moglie da cui si sta separando, e che secondo l’accusa ha “una personalità violenta e vendicativa”, considerava “Musy come un vero e proprio traditore”. “Era quello che lo aveva tradito tre volte – spiega il pm – già nella prima metà del 2011 Musy aveva sbagliato due volte con Furchì, per la campagna elettorale e per la nomina di Biagio Andò a professore universitario”.

“Nonostante le delusioni Furchì dopo il voto – prosegue il magistrato – fu costretto a rivolgersi alla vittima di nuovo perché il suo progetto di acquisire Arenaways richiedeva l’intervento di solidi finanziatori. Non aveva altro modi di reperirli se non rivolgendosi alla vittima. Sperava che Musy giungesse a costituire il tramite attraverso cui giungere alla conquista di Arenaways e questo sarebbe stato l’affare della sua vita. Il biglietto da visita con cui presentarsi come imprenditore serio e prestigioso uomo di affari”.

L’AVVOCATO: “E’ INNOCENTE, INDIZI INCONSISTENTI”. “Francesco Furchì è innocente e non c’entra assolutamente nulla con quanto accaduto a Musy”. Così l’avvocato difensore, Nicola Giuseppe Campagna. “Oggi in carcere – racconta – ha avuto un malore ed è venuta l’ambulanza. Sono arrivato per incontrarlo alle 13 e 30 e la guardia mi ha detto che si era sentito male. Ora cercherò di contattare l’ospedale e di capire come sta”. “Si tratta – aggiunge l’avvocato – di un uomo che ha probelmi di salute. E’ stato operato di tumore due o tre anni fa, e oggi ha ancora dei problemi”.

“Siamo – aggiunge – al limite del grottesco. Gli indizi sono inconsistenti. Questo signore non è reposnabile di nulla”. “Non aveva motivo di rancore verso Musy – spiega – con cui aveva buoni rapporti. L’accusa dice che dopo le elezioni non si fece più vivo. Ma aveva dei problemi di salute, la malattia gli impedì di fare molte cose. Il mio assistito era invece dispiaciuto per quanto accaduto a Musy e non aveva motivi di rancore”. “Lui non c’entra nulla – conclude – ma si cerca si cerca un capro espiatorio”. “Non ha mai visto una pistola – aggiunge ancora il legale – e poi ha un fisico basso, tarchiato, non agile. Come avrebbe potuto fare quello che ha fatto e scappare velocemente? E’ assurdo”.