Giallo agenda Monti: nel pdf la firma di Ichino, poi sparisce

Roma, 24 dic. (LaPresse) – Giallo sull’agenda Monti. Il file pdf scaricabile dal sito agenda-monti.it riportava tra gli autori il senatore Pietro Ichino. Lui ribatte sul proprio sito, pietroichino.it, che non c’è alcun giallo: i collaboratori di Monti, spiega, hanno attinto a un suo vecchio documento pubblicato online. “I frequentatori di questo sito – scrive Ichino – sanno bene che Enrico Morando e io, nell’ambito di un’iniziativa politica intitolata ‘L’agenda Monti al centro della prossima legislatura’, abbiamo presentato questo memorandum”, intitolato ‘un memorandum sugli impegni che riteniamo debbano caratterizzare il programma elettorale del pd per le prossime elezioni, in continuità con la strategia europea del governo che il pd stesso sta sostenendo in questo ultimo tratto della legislatura, ma anche con alcune rilevanti integrazioni'”.

Il memorandum, spiega, fu proposto “a un’assemblea pubblica che si è svolta a Roma il 29 settembre scorso. Che Mario Monti stesso abbia attinto, nel capitolo ‘lavoro’, alcune parti di quel memorandum, lo ha detto lui stesso pubblicamente e risulta anche dalle coincidenze testuali. Che infine, all’origine, il suo staff possa avere scaricato il documento dal mio sito, non sembra possa considerarsi materia per un ‘giallo'”.

Il fatto che i collaboratori di Monti possano aver attinto a un documento scritto da Ichino non spiega però come possa essere finita la sua firma tra gli autori del file pdf. Il che lascia lascia pensare ai maliziosi che il suo contributo non sia stato passivo, come afferma, ma attivo. Questo spiegherebbe anche perché, diffusa la notizia del fatto, i collaboratori di Monti si sono affrettati a rivedere il documento e a cancellare la firma di Ichino.

Ichino spiega la sua scelta di lasciare il Pd per seguire Monti così: “Il responsabile economia del partito, Stefano Fassina – dice – ritiene che l’operato di Monti sia stato nocivo al Paese. Io ho chiesto dieci giorni fa che Bersani prendesse le distanze rispetto alle posizioni di Fassina e questa presa di distanza non c’è stata. Io mi sarei sentito molto imbarazzato a fare campagna elettorale per un partito senza un chiarimento della segreteria. A me è stata offerta la candidatura garantita nel listino. La mia scelta per la lista Monti non nasce dalla paura di non essere candidato. Nasce dal fatto che non mi sentivo tranquillo a dire agli italiani ‘questa contraddizione non c’è’ e invece c’è”.