Roma, 11 dic. (LaPresse) – “Un vero giro del malaffare, un piccolo trattato di sociologia della corruzione”. E’ il procuratore di Roma, Nello Rossi a definire con queste parole l’humus nel quale è nato il giro dei privilegi all’interno del ministero dell’Agricoltura che ha portato all’arresto di funzionari e dirigenti tra cui Giuseppe Ambrosio, attualmente direttore generale del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in Agricoltura e capo della segreteria del sottosegretario Franco Braga. Ambrosio, soprannominato ‘il Centurione’ (da cui il nome dell’operazione), è stato arrestato oggi assieme alla moglie, Stefania Ricciardi, dirigente dell’ufficio promozione e valorizzazione presso la direzione generale della qualità agroalimentare. Analoga misura cautelare è stata adottata nei confronti di Ludovico Gay, già direttore generale di ‘Buonitalia Spa’; e di Alfredo Bernardini, dirigente della Confederazione italiana agricoltori; la lista è chiusa da Michele Mariani che è un impiegato del ministero. Gli arresti domiciliari sono stati adottati invece per gli imprenditori Claudia Maria Golinelli, Luigi Cardona ed Oliviero Sordini.
Ai domiciliari anche Riccardo Deserti, attuale direttore del consorzio del Parmigiano Reggiano e Luca Gaudiano funzionario del Mipaaf. Le contestazioni a Deserti riguardano fatti relativi a quando era in servizio al ministero. Nelle 240 pagine dell’ordinanza a firma del procuratore Rossi e dal sostituto Stefano Fava, emerge “una erogazione di denaro pubblico sistematica, radicata e con modalità seriali”. In pratica, i dirigenti e i funzionari del ministero coinvolti nelle indagini si accordavano di volta in volta con alcuni imprenditori per l’erogazione di contributi e finanziamenti pubblici, per la stipula di contratti o l’aggiudicazione di gare pubbliche in regime di favore (anche attraverso la predisposizione o la partecipazione pilotata ad alcuni bandi di gara), ricevendo compensi corruttivi di varia natura come controprestazione dell’attività illecita svolta.
In cambio delle loro “condotte illecite” i dirigenti e i funzionari hanno ottenuto somme di danaro in contanti “e indebiti vantaggi patrimoniali, tra cui vacanze pagate all’estero (Stati Uniti e Francia), soggiorni presso lussuosi resort e centri benessere”. Contestualmente è stato eseguito nei confronti degli indagati il sequestro preventivo “per equivalente” di denaro e beni per un valore di oltre 22 milioni di euro, comprensivo di 43 tra terreni e fabbricati, 10 tra autoveicoli e motocicli e numerosi conti correnti, depositi titoli e polizze assicurative.