E’ morto il re del porno Riccardo Schicchi

Roma, 9 dic. (LaPresse) – E’ morto Riccardo Schicchi, fotografo, regista, imprenditore, produttore e talent scout italiano attivo nel mondo della pornografia e dello spettacolo. La conferma arriva dalla pagina Twitter della sua compagna Eva Henger, che da Schicchi aveva avuto due figli: Riccardino, 17 anni e Mercedes, 21 anni, che vive in Inghilterra. Schicchi era malato da tempo, è morto oggi intorno a mezzogiorno. Schicchi soffriva da anni di diabete mellito per cui era anche in dialisi. A giugno di quest’anno era andato in coma per complicanze del quadro clinico ed era stato ricoverato al Fatebenefratelli di Roma. La stessa malattia che lo ha portato alla morte oggi, a 60 anni. Nato il 12 marzo 1952 ad Augusta, Schicchi è stato uno dei maggiori stalent scout nel settore dell’hard italiano. Tra le donne che ha scoperto e ha trasformato in icone nell’immaginario erotico italiano e internazionale, Ilona Staller, Moana Pozzi, Eva Henger, Maurizia Paradiso.

Cominciò come fotografo per il settimanale Epoca, facendo il reporter anche in zone di guerra, ma ciò che più gli interessava erano le donne. Dopo aver incontrato la disinibita modella ungherese Ilona Staller, che prese il nome d’arte di Cicciolina, nel 1983 fondò insieme a lei l’agenzia di modelle e modelli nell’ambito dell’erotismo Diva Futura. Con lei come protagonista anche il primo vero hardcore italiano, ‘Telefono Rosso’. Il manager delle pornodive tentò diverse volte di entrare in politica. Dopo un primo tentativo negli anni ’70 con la Lista del Sole, nel 1986 entrò nel partito Radicale di Marco Pannella. E con i radicali fu eletta alla Camera dei deputati proprio Cicciolina. Con lei e con Moana Pozzi, nel 1990 Schicchi fondò del Partito dell’Amore, movimento parodistico dei veri partiti.

Schicchi ha sposato l’attrice ungherese Eva Henger nel 1994. I due erano separati dal 2005 e la Henger ha un altro compagno, il produttore cinematografico Massimo Caroletti da cui ha avuto una figlia nel 2009, Jennifer, ma la separazione non è mai stata formalizzata. La Henger ha continuato a stargli vicina attraverso le difficoltà legali e di salute di questi ultimi anni. Nel 2006 Schicchi fu condannato in primo grado a 6 anni di reclusione con l’accusa di associazione per delinquere, violazione della legge sull’immigrazione e sfruttamento della prostituzione. Fu coinvolto nel 2006 nello scandalo di Vallettopoli, arrestato e poi scarcerato; fu poi condannato a una multa di 800 euro per incitamento alla prostituzione.