Carceri, domani e lunedì mobilitazione radicale anche dentro le celle

Roma, 8 dic. (LaPresse) – Riprenderà domani la mobilitazione nonviolenta promossa dal partito Radicale dentro e fuori le carceri, in vista della discussione della risoluzione sul diritto di voto dei detenuti prevista per martedì 11 dicembre nelle Commissioni Giustizia e Affari Costituzionali in seduta congiunta. Domani e lunedì i reclusi nelle carceri italiane faranno sentire la propria voce attraverso la battitura delle sbarre due volte al giorno: dalle 13 alle 13.30 e dalle 19 alle 19.45. Martedì 11, invece, la battitura si terrà dalle 13 alle 13.30 dentro e fuori gli istituti di pena, e alle ore 12 militanti e dirigenti radicali si ritroveranno al Pantheon, a Roma, con familiari dei detenuti, operatori penitenziari, volontari, associazioni, parlamentari e cittadini comuni, per poi proseguire insieme fino a Montecitorio ed effettuare la battitura – con pentole, coperchi e posate – in attesa della discussione della risoluzione fissata alle 14.30.

“La calendarizzazione della risoluzione – spiegano i radicali – è un successo dello sciopero della fame condotto per 41 giorni dalla deputata radicale Rita Bernardini, insieme alla segretaria del Detenuto Ignoto Irene Testa e al segretario di Radicali Lucani Maurizio Bolognetti, con il sostegno di altri esponenti radicali. Pur essendo moltissimi i reclusi che conservano il diritto di voto, finora soltanto il 7 per cento di loro è stato messo nelle condizioni di esercitarlo, a causa di ostacoli e complicazioni burocratiche che privano i detenuti di un diritto dovere fondamentale”.

Con la risoluzione, promossa da Rita Bernardini e sottoscritta da quasi 40 deputati di diversi gruppi parlamentari, si chiede al governo di sollecitare, attraverso il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, i direttori degli istituti penitenziari affinché informino tempestivamente i detenuti sugli adempimenti da compiere per essere ammessi al voto in carcere; di avviare con ampio margine di tempo le operazioni di registrazione nelle liste elettorali dei detenuti elettori e la consegna delle loro tessere; di emanare una circolare affinché si assicuri in modo tempestivo l’esercizio del diritto di voto dei detenuti che non hanno perso il godimento dei diritti civili e politici; e infine di individuare e promuovere una modifica dei punti più critici della normativa italiana in materia di esercizio del diritto di voto dei detenuti, così da renderlo più agevole, e quindi effettivo.

I radicali chiedono “un’amnistia perché le nostre istituzioni giudiziarie, immediatamente e dopo trent’anni, fuoriescano dalla condizione criminale in cui si trovano rispetto alla Costituzione italiana, alla giurisdizione europea, ai diritti umani universalmente riconosciuti e rispetto alla coscienza civile del nostro Paese. Provvedimento non più rinviabile, quello dell’amnistia, per il quale a più riprese si sono espressi anche diversi rappresentanti di primo piano della Conferenza episcopale Italiana e altre realtà del mondo cattolico”.