Corte Ue: Italia non può impedire coltivazioni autorizzate

Bruxelles, 6 set. (LaPresse) – L’Italia non può limitare la coltivazione di Ogm in attesa dell’adozione da parte delle Regioni di norme sulla coesistenza tra le colture Ogm e quelle convenzionali. Lo ha stabilito la Corte di giustizia Ue con una sentenza emessa in merito alla causa intentata dalla Pioneer Hi Bred Italia Srl contro il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali per la procedura seguita nella pratica di autorizzazione di Ogm già ammessi dall’Ue. La Pioneer, che produce e distribuisce a livello mondiale sementi convenzionali e Ogm, intendendo coltivare le varietà del mais Mon 810 (autorizzate dall’Ue nel 1998) ha contestato la necessità di un’autorizzazione nazionale per coltivarlo. Il Consiglio di Stato si è quindi rivolto alla Corte per stabilire se la messa in coltura di Ogm quali le varietà del mais MON 810 possa essere assoggettata a una procedura nazionale di autorizzazione quando “l’impiego e la commercializzazione di dette varietà sono autorizzati ai sensi del regolamento n. 1829/2003 e sono state iscritte nel catalogo comune previsto dalla direttiva 2002/53 e se la direttiva 2001/18 consenta a uno Stato membro di opporsi alla messa in coltura sul proprio territorio di tali Ogm nelle more dell’adozione di misure di coesistenza”. Oggi è arrivata la risposta. “Allo stato attuale del diritto dell’Unione – ha sottolineato la Corte – uno Stato membro non è libero di subordinare a un’autorizzazione nazionale, fondata su considerazioni di tutela della salute o dell’ambiente, la coltivazione di Ogm autorizzati ed iscritti nel catalogo comune, salvo i casi espressamente previsti dal diritto dell’Unione che non sono oggetto del procedimento principale”.