Roma, 18 lug. (LaPresse) – Rossella Urru è libera. La conferma è arrivata in serata dal ministro degli Esteri, Giulio Terzi, che lo ha annunciato dopo ore di attesa scandita dalle dichiarazioni di un gruppo islamista, che già nel pomeriggio aveva annunciato la liberazione della cooperante italiana e dei due colleghi spagnoli. “E’ una bellissima notizia, Rossella è libera”, ha detto il titolare della Farnesina che ha aggiunto: “Rossella sta per entrare in contatto con il capo dell’unità di crisi. Forse occorrerà qualche mezz’ora per averla veramente con i funzionari e le altre persone. Ho portato alla famiglia di Rossella che è qui con noi in unità di crisi i saluti del capo dello Stato che ha seguito personalmente la vicenda. Rossella è il simbolo dei valori, del coraggio, dell’eroismo delle nostre donne”.
La liberazione arriva dopo nove mesi in mano ai sequestratori. La cooperante, infatti, era stata rapita nella notte tra il 22 ed il 23 ottobre in Algeria. La Urru, 30 anni, nata Samugheo in provincia di Oristano il 22 marzo 1983, lavora presso il Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli (Cisp), ed era stata rapita insieme a due colleghi spagnoli (Aino Fernadez Coin ed Enric Gonyalons) in un campo di rifugiati sarahui a Rabuni, vicino a Tindouf, in Algeria.
Subito è arrivato il commento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che ha ha appreso “con sollievo e con gioia la notizia della liberazione di Rossella Urru dopo la lunga prigionia nelle mani dei rapitori”. Il capo dello Stato esprime “la propria personale partecipazione ai famigliari di Rossella Urru, che aveva incontrato nel febbraio scorso in Sardegna, e alla generale soddisfazione dei cittadini sardi”. “Il presidente Napolitano – conclude la nota del Quirinale – che aveva fin dall’inizio manifestato piena fiducia nell’impegno degli organi dello Stato per conseguire la liberazione della giovane connazionale, rivolge oggi il proprio apprezzamento alle amministrazioni e ai servizi di sicurezza per la loro tenace iniziativa e per il felice esito raggiunto”.
Il primo a dare la notizia, rimbalzata poi sui media di tutto il mondo, è stato il portavoce del gruppo Ansar Dine, Sanda Abou Mohamed, che ha detto che con Rossella sono stati liberati anche gli spagnoli Enric Gonyalons e Ainhoa Fernandez de Rincon. Sanda Abou Mohamed ha precisato anche i tre sono stati rilasciati dal gruppo MUJAO, cioè il movimento unificato per la jihad nell’Africa occidentale. I cooperanti erano stati rapiti da un campo rifugiati nel sud dell’Algeria a ottobre. Il portavoce ha aggiunto che MUJAO è il gruppo responsabile del rapimento e che a maggio aveva richiesto il pagamento di soldi in cambio del rilascio. Non è chiaro se sia stato pagato un riscatto. Sia Ansar Dine che MUJAO sono ritenuti legati ad al-Qaeda del Maghreb islamico (Aqmi) e gli analisti credono che la loro presenza nel nord del Mali ponga un grave rischio di sicurezza non solo in Mali, ma nell’intera regione. Aqmi ha rivendicato la responsabilità di numerosi attacchi suicidi e il rapimento di almeno 50 stranieri. MUJAO e Ansar Dine hanno combattuto per sottrarre il controllo del nord del Mali ai ribelli Tuareg che l’hanno preso a marzo e intendono imporre la sharia nella regione.
Dopo la conferma della notizia, a Samugheo è scoppiata la festa. “Ho sentito la famiglia, che è a Roma, e ho mandato un grosso abbraccio al padre e alla madre di Rossella. E’ finito un incubo, sono passati nove mesi, è come se fosse una rinascita”, ha raccontato Antonello Demelas, sindaco del paese in provincia di Oristano. “Non vediamo l’ora di rivederla e di organizzare per lei una festa di bentornato. Non sono ancora riuscito – conclude il primo cittadino – ad arrivare in piazza. Qui ci sono tutti che festeggiano, è strepitoso”. Solidarietà e gioia anche da parte del governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci. “La liberazione di Rossella – ha detto il governatore – è una notizia che riempie di gioia e di commozione il cuore del popolo sardo dopo mesi di angoscia e di trepidazione. Aspettiamo di poter riabbracciare quanto prima una figlia della Sardegna finalmente restituita alla libertà e agli affetti familiari”.