Roma, 13 lug. (LaPresse) – “Ingiustizia è fatta. C’è una sproporzione abissale tra le pene inflitte a chi ha danneggiato le cose e quelle inflitte a chi ha chiuso il percorso processuale senza dover pagare alcun prezzo alla giustizia per aver seviziato le persone”. E’ amara la sintesi tracciata da Francesco Romeo, difensore di uno dei manifestanti condannati oggi per devastazione e saccheggio per il G8 di Genova. Romeo si riferisce alla sentenza della scorsa settimana della Cassazione che, confermando le pene per i 25 poliziotti coinvolti nei pestaggi della scuola Diaz, di fatto non ha aperto per loro le porte del carcere. Nessuno sconterà un giorno. Mentre i manifestanti passeranno in cella diversi anni.
Giovedì scorso la conferma per le condanne dalla Cassazione è arrivata per il capo del dipartimento centrale anticrimine Francesco Gratteri (4 anni), l’ex vicedirettore dell’Ucigos Giovanni Luperi (4 anni), il capo del servizio centrale operativo Gilberto Caldarozzi che allora era vice dello stesso servizio (3 anni e 8 mesi), Spartaco Mortola, ex dirigente della digos di Genova (3 anni e 8 mesi), Massimo Mazzoni, ex ispettore capo Sco (3 anni e 8 mesi). Vincenzo Canterini, ex dirigente del reparto mobile di Roma, fu condannato a quattro anni in primo grado e a cinque in appello. Essendo tre anni di pena condonati per effetto dell’indulto nessuno andrà materialmente in carcere. Lo sconto di pena vale anche per i manifestanti che, però, avendo subito condanne più gravi, in carcere ci andranno.
Oggi infatti i giudici della prima sezione penale della Cassazione hanno sostanzialmente confermato l’accusa di devastazione e saccheggio formulata dal tribunale di Genova per 10 manifestanti. Sono diventate definitive le condanne nei confronti di Alberto Funaro (10 anni) e Ines Morasca (6 anni e 6 mesi). Quest’ultima nel frattempo ha avuto una figlia, che ora ha 5 anni, insieme a Dario Ursino, anche lui coinvolto nello stesso procedimento. Per ora la lascerà al compagno, ma se condanneranno anche lui la piccola crescerà coi nonni. Definitiva anche la pena per Vincenzo Vecchi, Marina Cugnaschi e Francesco Puglisi, nei cui confronti la Cassazione ha annullato senza rinvio la condanna per il solo reato di detenzione di molotov, con conseguente sconto di pena variabile tra 9 e 12 mesi di reclusione. Per tutti questi si aprono le porte del carcere.
Il processo è da rifare invece per Carlo Arculeo, che era stato condannato a 7 anni; per Antonino Valguarnera (8 anni), Dario Ursino (7 anni), Carlo Cuccomarino (8 anni) e Luca Finotti (dieci anni e nove mesi) per valutare la mancata concessione dell’attenuante di aver agito per “suggestione di una folla in tumulto”. Per quanto riguarda Finotti, la sua pena è comunque scontata di un anno perché i giudici hanno annullato la pena per detenzione di molotov.
Epilogo di percorsi processuali nei quali non è entrato il fatto più grave avvenuto in quei giorni, la morte di Carlo Giuliani. “Vorrei ricordare – ha detto sua madre, Haidi Giuliani, commentando la settimana scorsa la condanna delle forze dell’ordine – che non è stato possibile avere un processo per l’uccisione di Carlo Giuliani. E scusate – ha proseguito con la voce rotta dall’emozione – se mi riferisco a fatti personali ma c’erano molti elementi che questo processo dovesse essere tenuto, moltissimi elementi”.
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