Rovereto di Novi (Modena), 26 giu. (LaPresse) – L’arrivo in elicottero con qualche minuto di ritardo al campo sportivo di San Marino di Carpi, il viaggio a bordo di un mezzo della protezione civile, la sosta davanti alla Chiesa di Santa Caterina, dove ha perso la vita Don Ivan Martini, travolto dalle macerie mentre cercava di mettere in salvo una statua della Madonna. La stessa statua davanti alla quale oggi papa Benedetto XVI, in visita alle popolazioni terremotate dell’Emilia Romagna, ha pregato silenziosamente. Rovereto di Novi, uno dei paesi più colpiti dal sisma dello scorso maggio, ha accolto con gioia l’arrivo del pontefice. Centinaia di persone hanno atteso dalle prime ore del mattino il Santo Padre che ha poi raggiunto la centrale via Garibaldi, tra gli applausi dei presenti e le parole di ringraziamento da parte del presidente della Regione, Vasco Errani, del capo della protezione civile, Franco Gabrielli e dell’arcivescovo di Bologna, il cardinale Franco Caffara.
Benedetto XVI nel suo discorso alla popolazione ha voluto ricordare ai presenti che “non siete e non sarete soli” perché “in questi giorni in mezzo a tanta distruzione e dolore, voi avete visto e sentito come tanta gente si è mossa per esprimermi vicinanza, solidarietà, affetto e questo attraverso tanti segni e aiuti concreti. La mia presenza in mezzo a voi vuole essere uno di questi segni di amore e speranza”. Segni visibili anche tra le “tante mani” che “vogliono curare” le terre colpite dal sisma e che hanno bisogno “delle istituzioni” affinché siano “come il buon samaritano del Vangelo che non passa indifferente davanti a chi è nel bisogno, ma con amore si china, soccorre, rimane accanto, facendosi carico fin in fondo dalla necessità dell’altro”.