Torino, 5 giu. (LaPresse) – Paolo Gabriele, il maggiordomo del Papa, potrebbe aver accettato un “patto segreto” scegliendo, una volta scoperto, di collaborare “per far scoprire i mandanti dei suoi furti”. È questa l’ipotesi relativa al Vaticanleaks presentata oggi sul Corriere della Sera. Secondo tale opzione, Gabriele sarebbe stato un “agente doppio che continua a trattare con mandanti ed emissari” tanto che, nonostante negli ambienti più vicini a Benedetto XVI si sospettasse da un po’ del ‘corvo’ e la Gendarmeria “era sulle tracce di chi aveva trafugato gli atti”, il maggiordomo custodiva nel suo appartamento privato copie di incartamenti pronti per la consegna.