Sisma Emilia, altri 16 morti e 1 disperso

Modena, 29 mag. (LaPresse) – Seconda devastante serie di scosse di terremoto in Emilia in soli 10 giorni. Ai 7 morti del 20 maggio oggi se ne sono aggiunti altri 16, mentre resta ancora da trovare un disperso. Sono 350 i feriti stando ai conti della protezione civile, molti quelli gravi. Migliaia gli sfollati, migliaia quelli che dormiranno lontano dalle case divenute in molti casi delle trappole fatali. Sono però stati un’altra volta i capannoni industriali a causare la maggior parte delle vittime, ben 10 quelle odierne. Gente che lavorava, impaurita e che ha provato a fuggire, invano. Tutto ciò nonostante la magnitudo della scossa di oggi alle 9 sia stata inferiore a quella del 20 maggio, 6.0 allora 5.8 stamattina. A fare la differenza, ribadiscono gli esperti, la conformazione della zona, allora l’epicentro fu Sant’Agostino oggi Finale Emilia. Dalle 9 a mezzanotte più di 140 scosse.

Il bilancio solo in serata è diventato definitivo. A San Felice sul Panaro tre persone sono morte nel crollo della Meta, azienda che opera nel settore della meccanica di precisione. Si tratta dell’ingegner Bignardi, che stava effettuando un sopralluogo nell’azienda, e di due operai stranieri, un indiano e un marocchino. I tre morti a Mirandola sono: una persona deceduta all’interno della sua abitazione, un operaio mentre lavorava nella zona della Coop e Mario Mantovani, 64 anni, è morto travolto dalle macerie della Aries Biomedicale. Tre persone, poi, sono morte per il crollo della BBG di San Giacomo Roncole, nel modenese. Sotto le macerie della fabbrica che produce componentistica meccanica per il settore biomedicale sono rimasti uno dei tre titolari, Enea Grilli, e i due operai Eddi Borghi e Vincenzo Grilli, di 39 anni. Tre operai sono morti nel crollo a Medolla del capannone della Haemotronic, azienda che produce apparecchiatura medica, un quarto operaio è tuttora disperso. Infine ci sono due vittime a Concordia, una a Cavezzo e infine a Novi di Modena un sacerdote, travolto dal crollo della sua chiesa mentre cercava di recuperare delle reliquie dopo che l’edificio era stato dichiarato inagibile dal 20 maggio.

L’ultima a essere salvata è stata da sotto le macerie della sua casa in via I maggio, una donna 65enne che è poi stata trasportata all’ospedale di Baggiovara a Modena in gravi condizioni. La casa della donna era stata dichiarata inagibile dopo la scossa del 20 maggio, non si capisce quindi perché fosse all’interno oggi alle 9 al momento della scossa. Decine le persone estratte dalla macerie durante una giornata lunghissima per i soccorritori che hanno blindato dichiarandole zone rosse i centri di quasi tutti i comuni della zona. Città fantasma per questa notte, ma già si guarda al futuro, perché rientrare in fabbrica o a casa sarà complesso per migliaia di persone.

La macchina dei soccorsi ha lavorato egregiamente. “L’emergenza principale ora è dare assistenza e mettere in sicurezza le persone” perché “questo è un momento molto molto difficile”, ha detto il presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani. “Le continue scosse provocano un grandissimo disagio nella popolazione”, ha spiegato Errani al termine del vertice con il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri al centro unificato di protezione civile a Marzaglia. “Abbiamo evacuato – ha aggiunto Errani – alcune strutture ospedaliere. Stanno arrivando altre colonne mobili, ma occorre utilizzare anche il sistema di accoglienza della rete ricettiva e ci stiamo attivando anche per questo. Il primo obiettivo è fare in modo che la comunità trovi le ragioni per tenere duro in un momento così critico e così pesante”. Sono circa 4mila i posti letto allestiti dalla protezione civile con unità arrivate da tutt’Italia. Altrettanti gli operatori e i volontari al lavoro in queste ore.

Solidarietà immediata è arrivata da tutte le istituzioni, domani il Consiglio dei ministri delle 9 varerà le prime misure per aiutare chi è stato colpito dal sisma. La Lega e l’Idv hanno chiesto di sospendere i festeggiamenti per il 2 giugno, il presidente della Repubblica ha detto no: “Celebreremo a fine settimana il 2 giugno perché la Repubblica, nell’anniversario della sua nascita, deve dare il segno della sua unità, della sua vitalità, della sua forza, della serenità e della fiducia con cui sta affrontando e affronterà le sfide che ha davanti a sè, tra le quali ora anche la sfida della nuova emergenza insorta con il sisma che ha colpito l’Emilia e altri luoghi”. Il sisma di oggi, come già il 20 maggio, ha colpito anche il mantovano, danni nulli o quasi invece nel resto del nord Italia, dove ovunque la scossa è stata sentita chiaramente. Le paure per le prossime ore sono molte, si temono nuove repliche di scosse. Le scuole in Emilia resteranno chiuse, mentre si effettuano tutte le verifiche del caso. Sotto osservazione monumenti e chiese, ma anche moltissimi capannoni che essendo stati costruiti prima del 2005, quando cioè l’Emilia non era ancora considerata zona sismica, potrebbero crollare in caso di nuove scosse. Migliaia quindi le verifiche da fare, non solo nel modenese.