Roma, 22 mag. (LaPresse) – Nessuna bocciatura me nemmeno una conferma. La Corte Costituzionale, chiamata a decidere sulla legittimità del divieto di fecondazione eterologa nella legge 40, ha stabilito di restituire gli atti ai tre tribunali (Firenze, Catania e Milano) che avevano sollevato la questione di legittimità, affinché venga valutata la questione alla luce della sentenza dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo del 3 novembre 2011. Il pronunciamento della Corte europea dei diritti dell’uomo, infatti, è successivo alla data dei ricorsi. “La Corte Costituzionale – si legge in una nota della Consulta – si è pronunciata sulla questione di legittimità costituzionale sollevata dai tribunali di Firenze, Catania e Milano relativamente al divieto di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo sancita dalla legge n. 40 del 2004, restituendo gli atti ai giudici rimettenti per valutare la questione alla luce della sopravvenuta sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo del 3 novembre 2011 (S.H. e altri contro Austria), sulla stessa tematica”.

Una decisione valutata comunque con favore. “La Corte costituzionale – spiega Maria Paola Costantini, legale di una coppia di Catania e una di Milano i cui casi sono stati analizzati dalla Consulta – ha deciso di non decidere ma se avesse accolto il divieto di fecondazione eterologa non ci sarebbe più stata nessuna possibilità di cambiare lo stato dello cose. E’ una possibilità di ridefinire e risanare la questione. Per questo la considero una buona notizia. Ma le coppie dovranno ancora aspettare mesi per ritornare davanti alla Corte Costituzionale”. Intanto, ha spiegato ancora Costantini, “il parlamento potrebbe riprendere il proprio ruolo e cambiare la legge, inserendo comunque i requisiti che avevamo già proposto come la necessità che si tratti di coppie infertili, maggiorenni e di sesso diverso”.

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