Roma, 17 apr. (LaPresse) – Nel 2010 sono morti nel mondo 7 milioni e 600mila bambini sotto i 5 anni a causa della povertà, tra fame e mancanza di assistenza sanitaria, dei quali la metà nell’Africa sub-sahariana e un terzo nel sud dell’Asia. E’ quanto emerge da una ricerca realizzata dall’Overseas Development Istitute e diffusa da Save the Children. Il dato, sebbene agghiacciante, risulta in netto calo rispetto a vent’anni fa: All’inizio degli anni ’90 in un anno ne morivano 4 milioni in più.
Sono però ancora 171 milioni i bambini che soffrono la fame. Molte dunque le sfide che devono ancora essere affrontate: “I successi – spiega Save the Children – sono ad esempio più rari nelle zone di conflitto in diversi paesi del mondo, e le molte diseguaglianze sono una sfida continua”.
A ricevere maggiori aiuti sono stati, secondo il rapporto, i paesi africani dell’area sub-sahariana, mostrando i maggiori progressi rispetto alla vita dei bambini, con un tasso di malnutrizione e mortalità infantile medio inferiore rispetto a quello di quei paesi che hanno ricevuto meno aiuti. Inoltre, nei paesi a medio reddito, come buona parte di quelli dell’America Latina, il rapporto rileva come gli aiuti internazionali abbiano un importante effetto catalizzatore nella diffusione delle conoscenze sulle prassi migliori.
Sempre secondo il rapporto, sono stati 56 milioni in più tra il 1999 e il 2009 i bambini che hanno avuto accesso alla scuola, e 131 paesi hanno raggiunto un livello di copertura immunitaria del 90% contro il tetano, la difterite e le altre principali malattie prevenibili come il morbillo, contro il 63% registrato invece nel 1990.
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