Palermo, 17 apr. (LaPresse) – Favorivano Cosa Nostra attraverso un sistema di appalti truccati ed estorsioni, permettendo alle cosche locali di infiltrarsi negli assetti politici dell’amministrazione comunale, ma sono stati fermati all’alba di oggi dai carabinieri di Palermo. Cinque le persone destinatarie di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del capoluogo su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. A finire in manette sono stati il capo mandamento di Misilmeri, Francesco Lo Gerfo, i capi famiglia di Villabate e Bolognetta Mariano Falletta, Antonino Messicati Vitale (al momento latitante), Stefano Polizzi e Vincenzo Ganci. Quest’ultimo è candidato alle amministrative del Comune di Palermo, con la lista civica che appoggia il candidato sindaco Marianna Caronia, e avrebbe svolto il ruolo di mediatore tra il capo mandamento e il presidente del Consiglio comunale di Misilmeri, Giuseppe Cimò, al momento indagato per associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata alle estorsioni, che avrebbe a sua volta agevolato la consorteria locale mafiosa nell’aggiudicazione di alcuni appalti.

Le attività investigative hanno portato alla luce la capacità pervasiva della cosca riconducibile a Lo Gerfo nell’amministrazione comunale di Misilmeri. In tal senso, infatti, il mandamento condizionava gli assetti politici dell’amministrazione comunale, agevolando l’elezione del presidente del Consiglio e di altri consiglieri. Tra le attività economiche direttamente riconducibili al mandamento di Misilmeri, c’è anche la gestione del ciclo dei rifiuti attraverso la penetrazione mafiosa all’interno del Coinres, il consorzio di 22 comuni per la raccolta dei rifiuti, e delle amministrazioni comunali interne al consorzio stesso. L’attività avrebbe permesso di far guadagnare al boss ingenti somme di denaro attraverso un’impresa direttamente riconducibile allo stesso Lo Gerfo e fittiziamente intestata a terzi, che è stato sottoposta a sequestro. Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto Ignazio De Francisci e dai sostituti procuratori Lia Sava, Antonino Di Matteo, Marzia Sabella e Calogero Ferrara.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata