Brescia, 14 apr. (LaPresse) – La Corte d’Assise d’appello di Brescia ha assolto Carlo Maria Maggi, Delfo Zorzi, Maurizio Tramonte e il generale dei carabinieri Francesco Delfino, imputati nel processo di secondo grado per la strage di piazza della Loggia a Brescia, dove il 28 maggio 1974 una bomba uccise otto persone e ne ferì oltre cento. Confermata, quindi, la sentenza del 16 novembre 2010 dalla Corte d’Assise di Brescia che aveva assolto Maggi, Zorzi, Tramonte e Delfino. In quel caso però l’assoluzione fu stabilita con la formula dubitativa. I giudici, inoltre, hanno dichiarato inammissibile il ricorso in appello proposto dalle parti civili nei confronti di Pino Rauti e hanno quindi stabilito che dovranno essere le parti civili che hanno presentato il ricorso a pagare le spese processuali. Una decisione che le associazioni interessate hanno intenzione di impugnare.
“Non intendiamo rinunciare agli spazi di ricerca della verità nonostante l’ennesima delusione. Manca una verità giudiziaria che guardi alla verità storica sul perché e sul come sono morte e sono state ferite tante persone. Valutiamo il ricorso in Cassazione”. E’ il commento di Manlio Milani, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime. “E’ molto negativo sul piano personale – aggiunge Milani – e difficile da superare che la verità non sia ancora stata accertata perché sembra quasi che i familiari delle vittime si siano immaginati tutto”. Amarezza anche per la condanna a pagare le spese processuali. “Come cittadini vedremo se c’è la sensibilità da parte delle istituzioni di farsi carico di questo”, spiega Milani. Il presidente ha anche voluto ringraziare gli avvocati che hanno difeso l’associazione: “E’ un pool di giovani che sono nati dopo la strage ma che hanno fatto loro questa battaglia e hanno lavorato con professionalità. Per loro è stato un modo per conoscere un pezzo di storia del Paese. Proprio con loro – ha aggiunto Milani – continua il lavoro nelle scuole per far conoscere ai ragazzi cosa è successo”.
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