Roma, 27 mar. (LaPresse) – “Le tracce biologiche individuate sul corpetto di Simonetta Cesaroni identificano “con certezza la presenza di almeno tre soggetti maschili”. Questi uno dei risultati più eclantanti della superperizia sull’omicidio di Via Poma che saranno illustrati nell’udienza di questa mattina a Roma, dove riprenderà il processo d’Appello a carico di Raniero Busco, condannato in primo grado a 24 anni per la morte della ragazza uccisa il 7 agosto del 1990. Gli esperti, Corrado Cipolla d’Abruzzo, dell’Università di Chieti, Carlo Previderè, dell’Università di Pavia, e il medico legale Paolo Fattorini, dell’Università di Trieste, chiamati dalla procura, si pronunceranno sulle “contrastanti prospettazioni dei consulenti del pm e delle parti private, con particolare riguardo all’orario della morte, alle cause e ai mezzi che l’hanno prodotta, alla natura e all’epoca di determinazioni delle lesioni riportate dalla vittima sul seno sinistro e in regione esterno claveare, nonchè alle modalità di conservazione dei reperti utilizzati per le analisi genetiche e all’attribuibilità delle relative tracce”. Alla perizia si era detto favorevole, oltre alla stessa difesa, anche il pg secondo cui “il dato relativo alla presenza di tracce con il dna di Busco rinvenute sul corpetto e sul reggiseno non è mai stato messo in discussione, mentre gli elementi collegati, a partire dal morso che sarebbe stato dato al seno al momento della morte, vengono ricavati da passaggi successivi”.