Bari, 22 mar. (LaPresse) – Diciotto persone sono state arrestate dalla polizia con l’accusa di estorsione, detenzione abusiva di armi e favoreggiamento personale, aggravati dalle finalità mafiose. Le indagini delle squadre mobili di Foggia e Bari hanno permesso di ricostruire la struttura criminale del sodalizio mafioso Li Bergolis-Pacilli, operativo nei comuni di Monte Sant’Angelo e Manfredonia, con attività criminali in tutta l’area garganica, colpendo, contestualmente l’intera filiera di favoreggiamento di Giuseppe Pacilli. Tra gli arrestati c’è anche un maresciallo dell’esercito, in servizio a Foggia, che secondo la polizia era il più fedele fiancheggiatore del boss Pacilli, al quale offriva assistenza e aiuto costanti.
Il clan esercitava una attività estorsiva nei confronti di diversi imprenditori edili e commercianti nel comprensorio garganico di Monte Sant’Angelo, Manfredonia e San Giovanni Rotondo, tre dei quali hanno denunciato i fatti. Dopo la cattura del boss Franco Li Bergolis, Giuseppe Pacilli, avvalendosi di una fitta rete di fiancheggiatori, aveva progressivamente assunto un ruolo di leadership all’interno del gruppo, ingaggiando una guerra di mafia con il clan Romito, un tempo alleato.