Torino, 28 gen. (LaPresse) – E’ partito, sotto la neve battente, alla stazione di Porta nuova a Torino, il corteo No Tav. Dalla Val di Susa ma anche dal capoluogo piemontese sono centinaia i manifestanti che sono arrivati in treno e in autobus, con le schiene avvolte dalle consuete bandiere bianche con scritta rossa ‘No Tav’ sul disegno di un treno. Molti portano carriole con “le macerie della valle”, pezzi di alberi e lacrimogeni soprattutto, per “resituire alla città i frutti della devastazione operata” la scorsa estate al cantiere di Chiomonte, teatro di ripetuti scontri. “La Valle non si arresta, libertà per tutti i No Tav” è lo slogan del corteo di oggi, che percorrerà via Roma fino in piazza Castello, dove si trovano sede del governo regionale e prefettura. La manifestazione era programmata da settimane, ma dopo i 25 arresti di giovedì sono imponenti le misure delle forze dell’ordine in città. Decine di blindati piazzati alla stazione e nei punti considerati “a rischio”, numerosi gli agenti in borghese. Numerosi anche i militanti dei centri sociali torinesi e non solo.
“E’ un’ottima manifestazione, come lo è stata la fiaccolata giovedì. Chi pensava che il popolo No Tav si sarebbe spaventato per gli arresti non ha capito niente”. Così il leader No Tav Alberto Perino alla manifestazione a Torino. “Sono 20 anni che abbiamo messo in conto di poter venire arrestati – ha aggiunto – io nel ’71 ho preso otto mesi di galera per aver esposto un cartello perché ero favorevole all’obiezione di coscienza”. “Giovedì hanno messo in galera – ha concluso – qualcuno che gli serviva da mettere in galera per dire che il movimento No Tav non è pacifico e popolare ma di infiltrati”.